Che tristezza il bonus ai nonni. Una scelta tanto demagogica quanto puerile che conferma, per l’ennesima volta, il livello di incapacità degli occupanti di Palazzo Chigi e della pletora di consulenti nominati da Giuseppe Conte.
La distanza del Palazzo dalla realtà è siderale. Ed è preoccupante l’assoluta ignoranza del nostro Paese da parte di chi ci dovrebbe governare. I nonni da sempre fanno i nonni e, quando occorre, guardano i nipotini. Il problema è per le famiglie che non hanno i nonni a portata di mano. E sono molte. Visto che ancora oggi il Sud d’Italia è martoriato da quanti sono costretti a lasciare i luoghi d’origine in cerca di un impiego. Sono migliaia in Lombardia, Veneto, Piemonte. I nonni sono in Calabria, Sicilia, Puglia, Campania. E poi i figli devono crescerli i genitori che progrediscono personalmente anche in questo. Che immagine ha questo Governo delle famiglie di oggi? Un’immagine di inizio 900, retrograda, da provincia arretrata, incapace. E che immagine ha degli adulti di oggi? Perché è il presupposto a essere totalmente sbagliato e offensivo. Padre e madre sono un’altra entità (e identità) rispetto ai “nonni”. Va bene il legame affettivo, ma le interferenze nelle famiglie dei figli sono un qualcosa che rimanda al secolo scorso e che ogni nonno cosciente e coscienzioso sa di dover assolutamente evitare: anche perché se non si lasciano andare i figli quando diventano a loro volta genitori si condannano a problemi spesso irreparabili. E poi diciamocelo: i nonni sani hanno una vita (della quale sono giustamente gelosi), non hanno bisogno di vivere quella dei figli. Il Governo invece cosa fa? Addirittura riconosce a nonni (già pensionati) un superbonus per crescere i nipoti. Ma mettere in condizione i genitori di fare i genitori è troppo facile da pensare? 1200 euro (magari pagandoli in tempo e non chissà quando) sono perfetti per la baby sitter, non per i nonni sitter. Ma poi non ci è stato detto che i nipoti erano il pericolo principale per gli anziani? E ora vogliamo ficcarglieli in casa?
Se a questo si aggiunge lo spettro (facilmente prevedibile) della non riapertura delle scuole a settembre, facile immaginare quanti genitori si ritroveranno in autunno a dover rinunciare al lavoro per tenere i propri figli.
La cifra poi, 1200 euro. A fronte della miseria di 600 euro riconosciuta alle partite Iva o a chi è stato costretto alla cassa integrazione, fondi questi ancora neppure versati a tutti. Ancora una volta i cittadini si trovano a far da soli, abbandonati di fronte ai problemi creati per lo più da decisioni adottate dall’esecutivo e totalmente sbagliate. Che ci spingono a grandi passi a inizio 900. Le mancette elettorali – nelle quali rientra anche questo bonusnonni – non basteranno.
(Corriere dell’Umbria)
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