22 Dicembre, 2024
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“Dall’Ue 28 miliardi per l’emergenza lavoro: il piano per il Mezzogiorno sarà strutturale”

Il governo attiva il fondo Sure. L’ansia tra i 5 Stelle, che temono possa aprire la strada alla richiesta del Mes

«Il governo ha dato una nuova prova di coesione e determinazione», scrive il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri su Facebook all’indomani dell’approvazione «salvo intese» del decreto Agosto. Specie nell’approvazione di una «misura storica come la fiscalità di vantaggio per le aziende del Mezzogiorno. La renderemo strutturale». Ma oltre l’esultanza, l’impressione resta quella di un testo costretto ancora a difendersi dagli assalti delle opposizioni, dai malumori di alcune associazioni di categoria e dagli emendamenti della stessa maggioranza. Gualtieri ne è cosciente e prova a gettare lo sguardo in avanti, segnando già la prossima tappa: «Il piano di investimenti e riforme connesso al programma Next generation Eu». E nel frattempo, con una lettera inviata alla Commissione Ue, chiede l’attivazione del primo dei quattro pilastri europei per fronteggiare la crisi: il fondo Sure contro la disoccupazione, del valore di 28 miliardi di euro.

Rientrerebbero, nella richiesta fatta a Bruxelles, le misure introdotte dai decreti Cura Italia e Rilancio per una spesa complessiva di circa 19 miliardi di euro.

Escluso, invece, il decreto Agosto, atteso ancora al vaglio del Parlamento. Ma la domanda di attivare il fondo Sure non è passata da un voto del Parlamento, sul solco della risoluzione di maggioranza approvata una settimana fa che dà il via libera al governo per valutare l’utilizzo di ogni strumento fornito dall’Europa. E ad agitare il Movimento c’è un interrogativo pesante: «Quel che è stato appena fatto per il Sure, potrebbe replicarsi con il Mes? ». I cattivi pensieri vengono però allontanati, per ora, dalla soddisfazione per il Super ecobonus del 110%, che diventa operativo.

Il decreto, che il 24 agosto inizierà il suo iter parlamentare, lascia però insoddisfatti i commercianti.

Protestano per la scomparsa del “bonus consumi”, che avrebbe permesso uno sconto immediato del 20% sul conto al ristorante, sull’acquisto di mobili e di abbigliamento, a chi pagasse con il pos. «Contiamo in una mediazione, quando il testo approderà in Parlamento per la conversione finale», dice a La Stampa la sottosegretaria Dem allo Sviluppo economico Alessia Morani. «Probabilmente, però, dovremo fermarci al solo mondo della ristorazione». Uno spiraglio è ancora aperto. Ci spera anche Confedilizia, che esprime un «giudizio negativo» sul decreto. Chiede l’inserimento della cedolare secca nei contratti di locazione e la fine del blocco degli sfratti. E spera che entri in uno dei 2889 emendamenti presentati.

(La Stampa)

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