Il presidente del Consiglio: «Il Mes? Intanto abbiamo preso 28 miliardi e mezzo di fondi Sure»
Sono da poco passate le 8 e mezza di sera a Ceglie Messapica quando il premier Giuseppe Conte sale sul palco della piazzetta. Il tema dei temi lo offre l’intervistatore: pandemia e lotta al coronavirus.
Siamo stati bravi, fa capIre il capo del governo, e se oggi «siamo indicati nel mondo come modello alla lotta alla pandemia, è perché tutti noi siamo stati bravi e responsabili e questa è stata la nostra forza».
Conte, naturalmente, rivendica l’uso dei Dpcm e non esita a dire che per tutta questa «fase non ha nulla da rimproverarsi, anzi rifarebbe tutto ciò che ha fatto». E’ chiaro fa capire che sono stati giorni e settimane molto difficili, ma oggi grazie al fatto «che abbiamo lavorato con metodo» possiamo dire che il traguardo è stato raggiunto. Certo per i bilanci è ancora presto, ma comunque, scandisce Conte, ma visto il contesto, «Il bilancio sull’Italia però lo stanno facendo anche all’estero, su diversi quotidiani, e mi sembra che sia un bilancio positivo: si analizza il modello italiano e lo si propone, ed è motivo di grande orgoglio e se il bilancio è positivo e’ merito di tutti voi ma dobbiamo ancora essere vigili e accorti».
Insomma, come più volte ha sottolineato in queste settimane anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, «siamo fuori dalla tempesta ma ancora non siamo in un porto sicuro».
Lockdown, dunque, indispensabile, «non si poteva far fronte insieme al Nord e al Sud» ma soprattutto ribadisce il presidente del Consiglio, «con la chiusura abbiamo messo in sicurezza il Paese, e di questo sono orgoglioso. Gi, perché se è vero che il nostro sistema sanitario nazionale è efficiente, ma certamente dice Giuseppe Conte «non era predisposto per una pandemia da Covid-19. Questa pandemia ha rilevato delle criticità, abbiamo dovuto assumere circa 30mila tra medici e personale sanitario e abbiamo investito, in questi 5 mesi, risorse pari a quelle investite negli ultimi 5 anni».
Naturale, dunque, che di passaggio in passaggio la discussione scivoli anche sul nodo dei fondi, sul Mes, il meccanismo europeo di stabilità. «Molti progetti per la sanità rientrano – spiega il premier – nei piani di rilancio che sarò finanziato con i fondi europei».
Ma il Mes? Appunto? Conte «glissa»: «Intanto abbiamo attivato lo Sure, che è stato un bel regalo di compleanno, ieri anche perché sono 28 miliardi e mezzo».
Una bella cifra detta così, ma che non serve a frenare le tensioni proprio sui fondi europei per la sanità. Poi, il passaggio sui verbali desecretati del comitato tecnico scientifico che sulle zone rosse hanno alzato un vespaio di polemiche con l’opposizione. «Consentiremo la pubblicazione di tutto, non abbiamo nulla da nascondere», spiega Conte, che continua: «Si sono scritte e dette cose inesatte. Chiariamo bene le cose: voi immaginate cosa significava per gli scienziati elaborare proposte, analizzare dati e avere i riflettori della tv. Non avrebbero avuto tranquillità. Quando c’è un processo decisionale così delicato io rivendico che quei verbali restino riservati. Ma non significa secretati, non ho mai posto un segreto di Stato. E vi annuncio che sono il primo che consentirà la pubblicazione di tutto, non abbiamo nulla da nascondere».
(La Stampa)