23 Novembre, 2024
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Il giallo sulla fine di Viviana, iniziata l’autopsia: l’entomologo nel team per ricostruire luogo e momento della morte

MESSINA – L’autopsia sul corpo di Viviana Parisi, la dj di 43 anni trovata morta nelle campagne di Caronia sabato scorso dopo cinque giorni dalla scomparsa insieme al figlio Gioele è in corso ma per fare luce sui tanti punti oscuri all’esame partecipa anche un entomologo arrivato da Genova. L’esperto, Stefano Vanin, noto per essere stato il perito nei casi di Yara Gambirasio, Melania Rea e Lucia Manca, attraverso il tipo e l’età delle larve trovate sul corpo dovrà stimare con precisione il momento della morte e se il cadavere è stato trasportato da un altro luogo. Per questo l’esperto oggi è stato in sopralluogo a Caronia dove ha prelevato alcuni reperti nella zona dove il corpo è stato ritrovato.

“Visto lo stato del cadavere, la stima del tempo e del decesso si fa attraverso metodi indiretti quindi non si lavora sul corpo ma si guarda come l’ambiente ha interagito sul corpo”. A spiegarlo è il professore Stefano Vanin entomologo nominato dalla procura di Patti arrivando alla camera mortuaria dell’ospedale Papardo di Messina poco prima di iniziare l’autopsia sul corpo di Viviana Parisi. “Quando hanno fatto il sopralluogo – ha aggiunto – hanno lavorato molto bene e raccolto campioni di terriccio e tutto quanto può servire. Gli insetti ci possono raccontare il tempo ma il tempo della colonizzazione, dobbiamo stare molto attenti non corrisponde al tempo del decesso, perchè gli insetti possono arrivare un pò dopo la morte però visto l’ambiente e vista la temperatura possono arrivare molto vicino alla morte”
Ci sono anche due consulenti legali della famiglia di Viviana Parisi all’autopsia. La Procura di Patti ha nominato come periti due medici legali, Elena Ventura Spagnolo e Daniela Sapienza, e l’entomologo Stefano Vanin. Mentre la famiglia di Viviana Parisi ha nominato un proprio consulente, il medico legale Pina Certo, e due legali per rappresentarla, gli avvocati Pietro Venuti e Claudio Mondello.

Il legale del marito: “Viviana aveva problemi di salute”

“La signora aveva dei problemi, ma non voglio lasciare dichiarazioni sul suo stato di salute. Sembra che il periodo del Covid l’abbia profondamente sconvolta”. Lo ha detto l’avvocato Pietro Venuti, legale di Daniele Mondello, marito di Viviana Paris. “Anche il marito – ha aggiunto il penalista – vuole sapere la verità come tutti. Lui è distrutto dalla vicenda: ha perso la moglie e suo figlio non è stato ancora trovato. Gli interrogativi sono tanti. Il fatto che la donna ha camminato tanto dopo l’incidente e non è scattato subito un accertamento. E’ stata trovata in un posto che era già stata battuto nei giorni precedenti. E non sappiamo se l’incidente è avvenuto prima o dopo la scomparsa del bambino”. Sull’appello a “parlare” del procuratore di Patti a “chiunque abbia visto qualcosa utile alle indagini”, l’avvocato commenta che “ci sono tanti punti oscuri, ma noi – aggiunge il penalista – abbiamo fiducia sugli inquirenti. Adesso aspettiamo esito dell’autopsia”.

Dichiarazioni che riaccendono le polemiche da parte della famiglia di Daniele Mondello, marito di Viviana e padre di Gioele, sulle ricerche per individuare il piccolo di 4 anni.

A parlare è Lillo Mondello, nonno di Gioele, che dice: “Sono arrivato nel piazzale della stazione mobile dove si coordinano le ricerche e c’erano 15 persone ferme – ha dichiarato – mentre lì sopra in montagna non c’è nessuno. Sono arrivato per capire cosa succede”. Lillo Mondello è critico anche sulle ricerche a Sant’Agata di Militello: “Ma che c’entra cercarlo lì?”.

Il suocero: “Un’idea ce l’ho ma non la dico”

“Da quando c’è stato il coronavirus era cambiata ma prima era dolcissima. Bravissima. Non lasciava mai il bambino. Non lo abbandonava mai”. Lo ha detto Letterio Mondello suocero di Viviana Parisi. “Forse ha fatto rifornimento e poi ha comprato le sigarette, non lo so”, dice a chi gli chiede perché la donna fosse andata a Sant’Agata di Militello. “Non ho paura che Daniele venga coinvolto nelle indagini, perché non ha fatto nulla di male”, dice. “Aspetto qui per vedere quello che sta succedendo”, spiega. “Io ho un’idea ma non posso dire niente”, dice.

Le ipotesi

Restano tre le ipotesi sulla scomparsa di Gioele e la morte di Viviana. La prima, quella riportata sul fascicolo coordinato dal procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo, è di omicidio. Secondo gli inquirenti qualcuno avrebbe potuto uccidere prima il bambino e poi la mamma, o viceversa. “Un incontro sfortunato nelle campagne di Caronia”, ipotizza chi indaga. E secondo questa pista Gioele dovrebbe trovarsi non molto distante dal luogo di ritrovamento della mamma, in contrada Torre del Lauro. L’altra pista è quella dell’omicidio-suicidio e cioè si ipotizza che Viviana abbia potuto uccidere prima il suo bambino e poi, in preda al panico, abbia prima causato un incidente e poi ha tentato la fuga nelle campagne. E dopo un primo momento di smarrimento si è suicidata.

Ma in questa ottica investigativa si inserisce anche il giallo dei 22 minuti trascorsi a Sant’Agata di Militello, prima dell’incidente nella galleria Pizzo Turda. È forse lì che Viviana ha fatto del male al suo bambino? Una ricostruzione più volte osteggiata dai familiari che fin dal primo giorno ripetono: “Viviana non avrebbe mai lasciato solo Gioele e mai gli avrebbe fatto del male”. Ma forse Gioele ha affrontato con la mamma quel percorso di un chilometro e quattro che va dal guardrail della autostrada Messina-Palermo fin quasi alla Statale 113. E, forse, in quel tragitto il bambino si è ferito ed è morto e la mamma ha prima seppelitto il suo corpo e poi si è suicidata.

Oppure ha cercato di chiedere aiuto, ma ha avuto un malore. L’ultima ipotesi è quella dell’affidamento del bambino a qualcuno, forse proprio a Sant’Agata di Militello. In questo caso Viviana, sconvolta, prima ha l’incidente, poi scappa nelle campagne e cerca, a un certo punto, di tornare indietro ma ha un malore e si accascia o si uccide. Tutte le piste rimangono così aperte e si attende un responso dall’autopsia.

Il traliccio

Nel luogo in cui Viviana è stata trovata senza vita, c’è un traliccio della media tensione. In un primo momento era stato ipotizzato che la mamma avesse toccato quel traliccio e fosse rimasta folgorata. Ma anche questa versione dei fatti sembrerebbe improbabile perché per rimanere folgorata la vittima avrebbe dovuto toccare il traliccio e il filo dell’elettricità contemporaneamente. È invece più probabile che la donna possa essere stata attaccata da un maiale selvatico e ferita si è accasciata.

Le ricerche

Sono riprese all’alba le ricerche per ritrovare il piccolo Gioele. È l’ottavo giorno. Le zone battute dalle squadre di cinofili dei vigili del fuoco e dai volontari della protezione civile rimangono al momento le stesse di ieri.

E cioè le campagne di Torre del Lauro, ampliando il raggio delle ricerche attorno al punto dove è stata trovata Viviana Patisi, e Sant’Agata di Militello. La polizia, invece, continua le ricerche del bambino nei centri abitati di Sant’Agata e anche a Milazzo.

Le indagini

Gli inquirenti stanno continuando le audizioni di parenti, amici e conoscenti per comprendere cosa abbia spinto Viviana Parisi a quella drammatica fuga. Il primo punto da cui sono partiti è la bugia al marito Daniele Mondello. La donna gli aveva detto, la mattina del 3 agosto, che stava andando a Milazzo a fare alcune compere.

Ma il paese è a meno di 30 chilometri da Venetico, dove abitava la coppia. E, invece, Viviana è arrivata prima a Sant’Agata di Militello, a 86 chilometri da Venetico e poi fino alla galleria di Pizzo Turda, a 104 chilometri da casa? Dove era diretta Viviana?

(La Repubblica)

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