7 Gennaio, 2025
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Campidoglio, Raggi prova a ricucire con i consiglieri del no alla ricandidatura: “Vediamoci presto”

La quiete dopo la tempesta. Il via libera degli attivisti 5S su Rousseau regala alla sindaca Virginia Raggi un attimo di respiro.

E, magari, la possibilità di godersi le vacanze in Sicilia con la famiglia. Perché la prima delle due settimane di ferie è filata via tra annunci, attese e veleni. La fuga in avanti dell’inquilina del Campidoglio con l’annuncio del bis in videoconferenza, nel corso della riunione di maggioranza di lunedì, ha messo a soqquadro palazzo Senatorio. Ha scatenato la stroncatura via social del presidente della commissione Mobilità, il pentastellato di lungo corso Enrico Stefàno. Ha fatto rivoltare almeno quattro altre consigliere (Simona Ficcardi, Alessandra Agnello, Donatella Iorio e Gemma Guerrini) nelle chat a cui partecipano anche gli onorevoli e i senatori laziali. Ha stimolato i dubbi sui prossimi assetti politici del vicesindaco Luca Bergamo, preoccupato dall’avanzata delle destre populiste. E, di rimando, l’ira di Raggi nei confronti di chi è rimasto in silenzio o ha criticato l’operazione bis.

Ora, però, è tempo di ricucire.

Con la ricandidatura in tasca e il placet convinto dei big del M5S, la sindaca non vuole correre il rischio di sfondare una maggioranza già fragile e di ritrovarsi senza i numeri per concludere la consiliatura. Per questo ieri ha preso il cellulare e invitato tutti a vedersi in Campidoglio a metà settembre per fare il punto sulla costruzione della nuova candidatura. Consiglieri e minisindaci sono stati invitati a indicare una data. Ma c’è già chi, come Agnese Catini, non ne vuole sapere.

Servirà pazienza, da entrambe le parti.

Anche se i toni utilizzati da alcuni tra i fedelissimi della prima cittadina non hanno di certo entusiasmato i dissidenti. Un esempio su tutti: l’ex capogruppo Paolo Ferrara ieri ha accolto i risultati di Rousseau come un ” plebiscito che schiaccia polemiche e polemicanti ” . Di certo non il miglior viatico in vista della riunione di settembre in cui potrebbe risaltare fuori l’idea delle Comunarie, le primarie 5S, per accontentare i più riottosi.

Alla competizione è interessato il consigliere Angelo Sturni. Potrebbe esserlo anche il ribelle Enrico Stefàno. Si è sfilata, scegliendo il progetto sovranista di Gianluigi Paragone, la presidente del VII Municipio, Lozzi. Se non ci sarà la gara interna, chi vorrà potrà comunque presentare la sua lista sulla piattaforma Open Comuni. Sull’esito, però, pochi dubbi: ” Vince sempre Virginia ” , dicono i consiglieri più vicini.

Come Teresa Zotta, vicesindaca della Città Metropolitana che vuole aprire il confronto sul “programma”.

Una bozza già c’è: attenzione alle periferie, al lavoro, all’attrazione di investimenti dall’estero per uscire dalla crisi accesa dall’emergenza coronavirus. Lotta contro le mafie, per la legalità. “Noi non rubiamo “, ripete Raggi nel post con cui ieri ha ufficializzato la ricandidatura, anticipando uno dei leitmotiv della prossima campagna elettorale.

E se il messaggio non dovesse proprio andare giù agli oppositori interni, Raggi medita il rimpasto autunnale. Rischia Veronica Mammì, compagna del consigliere Stefàno. La conferma arriva da Andrea Severini, marito della sindaca che su Rousseau ha votato ” sì ” al bis della moglie e “no” ad accordi con il Pd: “Ora chi vuole costruire è il benvenuto, Gli altri vadano altrove”

(La Repubblica)

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