Lo rivelano i servizi segreti della Corea del Sud al Parlamento. A Kim Yo-jong la gestione delle relazioni con Seul e Washington, altre deleghe ad altri stretti collaboratori
Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha delegato parte della propria autorità ai suoi più stretti collaboratori tra cui la sorella, Kim Yo-jong, ora alla guida degli Affari interni. Lo rivela l’intelligence di Seul (Corea del Sud), in un’audizione a porte chiuse all’Assemblea nazionale, il Parlamento sudcoreano. Le deleghe avrebbero lo scopo di “alleviare lo stress di Kim ed evitare la colpa in caso di fallimento delle politiche”, secondo quanto riferito dal National Intelligence Service, citato dall’agenzia Yonhap.
Kim conserva ancora la sua autorità assoluta, ma una parte è stata ceduta poco a poco, secondo l’agenzia di spionaggio. Le deleghe non significherebbero comunque che Kim abbia scelto un successore. A Kim Yo-jong – molto in evidenza nei mesi scorsi per la distruzione dell’ufficio di collegamento intercoreano – è spettata la fetta di potere più grossa, che comprende anche la gestione delle relazioni con Corea del Sud e Stati Uniti.
La sorella di Kim viene descritta come “di fatto la numero 2” del regime,
ma non è l’unica persona a cui il dittatore abbia delegato parte dei suoi poteri: il controllo dell’economia è ora nelle mani di un numero due della Commissione Affari Statali presieduta dallo stesso Kim, Pak Pong-ju, e del nuovo primo ministro, Kim Tok-hun. Sul piano militare, invece, Kim avrebbe delegato parte della sua autorità al direttore del dipartimento per gli Affari Militari del Partito dei Lavoratori, Choe Pu-il, e al vice presidente della Commissione Militare Centrale, Ri Pyong-chol
(Avvenire)