23 Novembre, 2024
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Coronavirus, caos rientri. Dal blocco della mobilità alla scuola, le regioni si dividono

Controesodo e coronavirus. Attese fiume per i traghetti dalle isole, navi bloccate in porto, code infinite per i tamponi negli aeroporti.

Nel penultimo weekend di agosto l’Italia fa i conti con i primi rientri dalle vacanze e disagi diffusi per i controlli nell’intento di scongiurare una seconda ondata di pandemia. Se rientrano le polemiche sui tamponi effettuati negli aeroporti – secondo le lamentele di alcuni non erano fatti a tutti – c’è adesso il caso dei rientri dalla Sardegna. Solo il Lazio registra un record di contagi (215 nuovi casi) dall’inizio dell’epidemia nella regione di cui il 61% sono di rientro dall’isola.

Civitavecchia è stato allestito il drive-in per il ritorno dei vacanzieri che sbarcano nel porto in arrivo da Grecia, Spagna, Croazia, Malta. Ma la richiesta è di far eseguire i test ai passeggeri dei traghetti diretti all’hub marittimo all’imbarco dalla Sardegna. “Sono in prevalenza giovani e asintomatici – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato suggerendo che “in questa fase il tema non sono né le ospedalizzazioni, né le terapie intensive che sono assolutamente sotto controllo e non danno alcuna preoccupazione, ma bloccare tempestivamente le catene di trasmissione rintracciando gli asintomatici ed evitare che venga diffuso il virus in ambito familiare”.

Intenso il controesodo registrato a Messina con auto in attesa per circa due-tre ore per imbarcarsi sulle navi dirette a Villa San Giovanni in Calabria. Già dall’alba si sono formate lunghe code di auto e mezzi di vacanzieri di ritorno, mentre centinaia di persone si sono accalcate per le partenze di aliscafi e traghetti di collegamento con le isole Eolie. A Genova un traghetto proveniente da Barcellona è rimasto bloccato per un caso sospetto a bordo, sottoposto a tampone. Dopo 5 ore di attesa, è arrivato l’ok per lo sbarco dei passeggeri.

 

GRAFICI E MAPPE

TUTTI I GRAFICI E LE MAPPE SULL’EPIDEMIA

Le preoccupazioni riguardano anche gli spostamenti interni. Il nuovo balzo dei contagi registrato ieri (947 nuovi casi di Covid-19, mai così tanti dal 14 maggio) fa riaprire il dibattito su mobilità e ripresa della scuola, le questioni più calde che il governo si troverà ad affrontare per garantire un ritorno alla normalità.

Bonaccini: “No al blocco tra regioni”

A sollevare la questione del blocco degli spostamenti da una regione all’altra è stato De Luca che ieri ha lanciato l’idea, per ora scartata dal governo, durante una delle sue dirette Facebook destinata a far discutere. “A fine agosto – ha dichiarato live contando i 68 contagi in più nella regione – vedremo se chiedere o no al governo di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale. Lo decideremo tra 15 giorni con grande determinazione, salvo i casi di motivi di lavoro o di salute. Ci regoleremo anche sui contagi nel resto d’Italia”.

L’aumento dei contagi allarma, replica oggi il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini dal Meeting di Cl, ma non al punto da considerare valida l’ipotesi di attuare un nuovo blocco della mobilità italiana per scongiurare un’altra ondata di coronavirus. “Dopodiché – dice Bonaccini – si segue sempre l’evoluzione del virus e poi si discute tra Regioni e Governo. Bisogna sempre tenere monitorata la situazione perché quelli che parlano il giorno dopo mi hanno sempre fatto abbastanza pena”.

“E’ in evidente stato confusionale: sparge paura per fini elettorali”, ha commentato ieri l’ex governatore Stefano Caldoro, candidato alla presidenza regionale per il centrodestra, d’accordo con Bonaccini. “Per ora mi pare che la situazione, pur in crescita, sia ancora sotto controllo. Rispetto agli altri Paesi europei, siamo il Paese che sta arginando meglio la pandemia è vero, si è abbassata molto l’età media dei positivi seppure sono casi meno gravi di quando, mesi fa, avevamo i reparti di terapia intensiva pieni. Ma bisogna stare molto attenti ed evitare di dire che il virus è sconfitto: non lo sarà finché non avremo un vaccino”, conlude il presidente dell’Emilia-Romagna.

L’idea del blocco della mobilità “interna” non piace neppure al governatore ligure Giovanni Toti: “Non ritengo vi sia una emergenza clinico-sanitaria tale da presupporre o fare presagire ulteriori chiusure. Stiamo attenti, teniamo la mascherina, facciamo tutto quello che dobbiamo fare ma evitiamo di tornare a terrorizzare questo Paese che non ne ha bisogno”.

De Luca: “Valutiamo controllo febbre a scuola”

Ma è caos anche sulla scuola. De Luca oggi alza la voce sul rilevamento della temperatura agli studenti, che il governo vorrebbe avvenisse in casa. “Stiamo verificando con l’Unità di Crisi e con i responsabili della Pubblica Istruzione, di prevedere in vista della riapertura delle scuole, il controllo della temperatura corporea all’interno degli stessi istituti, ritenendo irrealistica la previsione nazionale del monitoraggio effettuato a casa”, scrive il governatore della Campania. “E’ in corso quindi un monitoraggio delle tipologie di classi e degli stessi istituti, sapendo che un alunno con febbre potrebbe avere un effetto a catena difficilmente gestibile – aggiunge – Inoltre questa mattina ho avuto un colloquio con il commissario Arcuri relativo all’obiettivo di poter arrivare a breve, con le dotazioni necessarie, fino a diecimila tamponi al giorno”.

Lo sfogo di Rita Dalla Chiesa: “Voi incoscienti avete infettato la Sardegna”

A intervenire sul tema di colpe e responsabilità per l’aumento dei casi non sono solo politici e governatori, ma anche Rita Dalla Chiesa. Che con un tweet ha accusato i vacanzieri di essere i responsabili della diffusione, o dell’aumento della diffusione del virus. E sottolinea un danno economico e d’immagine per l’Isola che invece – durante i mesi più duri di lockdown – era uscita meno colpita dal virus.

“Basta aggredire la Sardegna. Siete andati tutti lì in vacanza perché sapevate che era uscita pulita dal Covid – scrive – e voi, con la vostra incoscienza, l’avete infettata. Siete voi gli unici colpevoli. Se l’aveste rispettata la gente avrebbe potuto continuare a lavorare…”

Il tweet sta girando abbastanza, ottenendo oltre 230 retweet in circa 5 ore e 806 mi piace. E nei tweet di risposta si leggono ampi stralci di commenti negazionisti, o quantomeno minimizzatori (“i morti non siamo nemmeno sicuri che siano di coronavirus”), o anti migranti  (“la colpa non è solo degli italiani in vacanza, ma di chi arriva con i barconi”) o anti-cinesi (“perché non ve la prendete con la Cina, sono stati loro tacendo e facendo quello che gli è parso”).

(La Repubblica)

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