Non si ferma la crescita della curva epidemica e il totale sale a 258.136.
A far registrare più contagi sono Lazio, che vive la sua giornata peggiore sul fronte dell’epidemia, Lombardia e Veneto.
Solo la Valle d’Aosta registra zero nuovi casi. In calo invece i decessi, oggi 3 (contro i 9 di ieri)
È stata superata la soglia dei mille nuovi casi di coronavirus e il dati odierno – con 1.071 nuovo contagi – fa tornare l’Italia ai numeri di metà maggio. E questo mentre nel mondo si stanno per raggiungere 23 milioni di casi e si sono già superati 800 mila morti.
Non si ferma la crescita della curva epidemica e il totale sale a 258.136. A far registrare più contagi sono Lazio (215, record di sempre), Lombardia (185) e Veneto (160). Solo la Valle d’Aosta registra zero nuovi casi. In calo invece i decessi, oggi 3 (contro i 9 di ieri), segnalati da Veneto (2) e Piemonte (1). Il totale delle vittime sale a 35.430.
I guariti nelle 24 ore sono 243 (ieri 274), per un totale di 205.203. Nuovo forte balzo del numero delle persone attualmente positive, 825 in più (venerdì erano 664), e sono ora 17.503.
A fronte dei numeri tornati a quattro cifre, “tiene” ancora la trincea dei ricoveri: quelli in regime ordinario aumentano di 5 unità (924 in tutto), mentre le terapie intensive dopo giorni di crescita sono oggi 5 in meno, 64 in totale. I pazienti in isolamento domiciliare sono 16.515. Infine, numero importante di tamponi eseguiti: 77.674 (ieri 71.996).
Qual è la situazione nelle regioni?
Per il Lazio è la giornata peggiore. Ora le persone ricoverate sono 265. Stabili invece le terapie intensive, ferme a 6 da diversi giorni. Le persone in isolamento domiciliare sono 1.599, e gli attuali casi positivi sono 1.870. Invariato il numero dei decessi, 873, mentre sale a 7.020 quelli dei guariti. Il totale dei casi è pari a 9.763.
In Toscana sono 11.116 i casi, 53 in più rispetto a ieri (19 identificati in corso di tracciamento e 34 da attività di screening). Il 42% e’ asintomatico e 6 casi sono ricollegabili a rientri dall’estero, di cui 2 per motivi di vacanza (1 Spagna, 1 Belgio) più 2 contatti di rientri dei giorni scorsi dalla Croazia. Cinque casi sono ricollegabili a rientri dalla Sardegna, 4 casi sono riferibili a cittadini residenti fuori regione la cui positività è stata notificata in Toscana.
Dall’inizio dell’epidemia, in Emilia-Romagna si sono registrati 30.788 casi, sabato 80 in più rispetto a venerdì, con 46 asintomatici e nessun nuovo decesso. Degli 80 nuovi casi, più della metà (42) erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 35 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti. Oltre un terzo dei nuovi contagi (29) sono collegati a vacanze o rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta.
Sono 22 i nuovi casi di Covid registrati in Puglia, a fronte di 2.579 test per l’infezione effettuati. I casi sono cosi’ ripartiti: 12 in provincia di Bari; 1 nella Bat; 7 in provincia di Foggia; 1 di Lecce, 2 in provincia di Taranto; 1 fuori regione. Non sono stati registrati decessi. Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 281.824 test. 4.001 sono i pazienti guariti. 436 sono i casi attualmente positivi. Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 4.992.
Nelle ultime due settimane l’etò media dei casi di Covid è scesa a 32 anni, analogamente con quanto osservato in Europa e globalmente. “La circolazione” si legge nel report settimanale pubblicato dall’Iss “avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità. Si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati“.
Quanti sono stati contagiati all’estero?
La maggior parte dei nuovi casi, si legge ancora nel documento, è stata contratta sul territorio nazionale, tuttavia costituiscono il 27,2% i casi di infezione “importati” ovvero contratti in uno stato estero. In queste due ultime settimane si nota tra questi in particolare un aumento di casi diagnosticati in cittadini italiani al rientro da viaggi e sono stati documentati focolai in ambito familiare o lavorativo in cui il caso indice aveva contratto l’infezione all’estero.
L’Italia si trova così in una fase epidemiologica di transizione “con tendenza ad un progressivo peggioramento” con “focolai anche di dimensioni rilevanti” che aumentano “lo stress sui dipartimenti di prevenzione, incaricati di tracciare tutti i casi e i contatti”.
A partire dalla metà di giugno, si legge nel report, “è aumentato il numero di nuovi casi di infezione da virus importati da uno stato estero, ma la maggior parte delle nuove infezioni è stata contratta localmente. In particolare, nel periodo 3-16 agosto 2020 sono stati segnalati 779 casi di infezione in cittadini italiani di ritorno da un viaggio all’estero, che rappresentano solo il 27,2% del totale”
(Agi)