Yamaha non frena, scende a oltre 200 km/h. Dovizioso niente bis
Fra i due che litigavano, alla fine, il terzo ha goduto, spuntandola. E così, con un balzo felino, Miguel Oliveira è riuscito a piazzare la ruota della propria Ktm davanti a tutti sulla pista del Gp di Stiria, a Spielberg (Austria), beffando Pol Espargarò (Ktm ufficiale) e l’australiano Jack Miller (Ducati). I due si sono dati battaglia fino agli ultimi metri, salvo poi essere infilati dal pilota lusitano che ha centrato il successo nel Gran premio numero 900 della storia del Mondiale. Quarto Joan Mir, che aveva dominato la prima parte della gara, fino al momento della bandiera rossa che è stata sventolata a causa dell’incidente occorso a Maverick Vinales, rimasto senza freni con la Yamaha dopo 17 giri e abilissimo a lasciare la moto prima che venisse avvolta dalle fiamme. Un incidente che avrebbe potuto avere ben’altre conseguenze per il pilota, anche alla luce del fatto che lo spagnolo è sceso volontariamente a oltre 200 km orari, quando la moto non aveva perso velocità: è comunque rimasto illeso. Un ‘contrattempo’ riconducibile al cattivo funzionamento dei freni, che si stava trasformando in qualcosa di sinistro. Vinales è stato bravo, abile e fortunato, ma soprattutto ha dimostrato un’invidiabile presenza di spirito.
“Restare senza freni è la paura più grande
Per noi piloti – le parole di Valentino Rossi che ha chiuso al 9/o posto – Maverick è stato lesto e bravo a buttarsi.
Ma quello dei freni è un problema che abbiamo in Yamaha. Abbiamo cambiato un po’ di cose, durante le prove il feeling è buono mentre in gara si scalda tutto. Negli ultimi anni, in curva, riuscivamo a sopperire le difficoltà in rettilineo. Ma quest’anno tutti si sono migliorati in curva. Niente bis per Andrea Dovizioso che ha chiuso al 5/o posto, ma rosicchia dei punti a Fabio Quartararo, che, 13/o, resta al comando nella classifica del Mondiale a quota 70, con solo tre lunghezze di vantaggio sul rivale della Ducati. Nella MotoGp orfana del campione iridato uscente Marc Marquez (lo spagnolo con un video messaggio ha rincuorato i tifosi “sto bene, mi manca la pista, tornerò presto”) non si riesce ancora a individuare un vero padrone: ben 11 piloti diversi sono saliti sui gradini del podio nei primi 5 Gran premi, una specie di record. In precedenza solo nel 1951, 1954, 1973 e 1974 si era verificata una situazione analoga.
Per quanto riguarda le altre classi, Marco Bezzecchi (Team VR46), dopo la penalità per track limit inflitta a Jorge Martin (che ha perso una posizione, chiudendo dunque al 2/o posto), ha vinto la prova valida per la Moto2. Il pilota di Rimini, al primo successo, di fatto, ha quindi preceduto Martin nell’ordine d’arrivo ufficiale, pur essendogli arrivato alle spalle sul traguardo. L’australiano Remy Gardner ha completato il podio della Moto2, mentre Luca Marini (Team VR46) ha chiuso al 7/o posto la gara, rimanendo tuttavia al comando della classifica generale del Mondiale, davanti proprio allo spagnolo Martin. Celestino Vietti ha festeggiato il primo alloro nella Moto3, la 20/a dello Sky Team tra Moto2 e Moto3, aggiudicandosi in 37’10″319 la gara austriaca. Il pilota piemontese (è nato a Ciriè) è l’11/o italiano a trionfare in questa classe. Vietti ha preceduto sul traguardo nell’ordine Tony Arbolino (Honda), in ritardo di 0″410, e il giapponese Ai Ogura (Honda), a 0″938. Quinto Albert Arenas (Ktm), leader del mondiale, a 1″380.
(Ansa)