25 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

Musumeci, “Gli hotspot un delitto di Stato”. Avanti tutta sulla chiusura

Il ministero dell’Interno dice che la competenza non è della Regione? “Se la competenza è sua, operi di conseguenza, perché è fuorilegge: quei luoghi non rispettano le regole e le norme di sicurezza sanitaria”, dice il presidente della Regione siciliana

 

A luglio sono arrivati in Sicilia 7.067 migranti e ad agosto altri tremila.

Numeri “impressionanti” per il governatore siciliano Nello Musumeci che tira dritto sulla sua ordinanza che dispone la chiusura degli hotspot dell’isola. Ripete più volte di essere il soggetto attuatore dell’emergenza Covid: “Tenere quelle persone in quei luoghi, in quei campi di concentramento, è un delitto. Il diritto alla salute è un diritto tutelato dalla Costituzione. Non importa se lì dentro ci sono migranti o agenti di commercio; si tratta di persone e come tali non possono stare in quelle condizioni. Ecco perché abbiamo fatto l’ordinanza: adesso il Viminale agisca”.

Il ministero dell’Interno dice che la competenza non è della Regione? “Se la competenza è sua, operi di conseguenza, perché è fuorilegge: quei luoghi non rispettano le regole e le norme di sicurezza sanitaria”.  E sta già operando nei centri per gli immigrati una task force di medici per avere una situazione aggiornata sul numero di migranti e sulle loro condizioni di salute.

Il governatore parla di Lampedusa, dove sono stati scoperti 58 positivi.

Poi di Vizzini, nel Catanese, dove “era stato immaginato di tenere in 18 metri quadri otto migranti su letti a castello. In tempo di una pandemia dichiarata dall’Oms era ed è una follia, anzi un modo per esporre a rischio di contagio che, mi permetto di dire, costituisce reato”, interviene un fedelissimo del presidente, l’assessore alla Salute, Ruggero Razza.

“Abbiamo già mandato i nostri medici nel campo ci concentramento di Vizzini e hanno detto che non esistono i requisiti igienico-sanitari: si sono apparentemente fermati, ma vedrete che andranno avanti”, chiosa Musumeci che ricorda: “Il 26 giugno, ricorda, è stato chiesto al governo nazionale la dichiarazione dello stato di emergenza per Lampedusa, sanitario, sociale ed economico. Ancora oggi non è stato dichiarato, nonostante lo stato d’animo in cui vivono gli operatori di quelle isole”.

Cosa farà l’esecutivo siciliano se coloro che sono chiamati a dare attuazione all’ordinanza del presidente della Regione non lo faranno? “Di fronte a una palese omissione – avverte – dovremo rivolgerci alla magistratura, per un fatto gravo consumato in un contesto di epidemia. E a fronte di una prevedibile impugnativa “faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune”.

Se il governo, invece, dovesse comprendere le ragioni dell’Isola, avrà alcuni giorni, una settimana di tempo “per trovare la possibilità di ricollocare i migranti e dimettere i sigilli in tutti i centri di accoglienza. Se non lo farà, però, li apporremo noi, e metteremo fine a questa indecorosa pagina della nostra Isola. La gente non ne può più e non possiamo accettare che questa gente venga trattata in maniera disumana”.

Porto Empedocle, sbarco-arrivo migranti

Ma non c’è spazio per una trattativa, secondo gli esperti: “Si tratta di un atto illegittimo ma non inesistente, che va impugnato in sede di giustizia amministrativa e che deve essere annullato dal Tar”, taglia corto rispondendo all’AGI Alfonso Celotto, professore di diritto Costituzionale all’Università RomaTre.

“Siamo un po’ al ‘facite ammuina’ – osserva – alla necessità di ostentare un qualche tipo di intervento ma la questione migranti è una questione seria, importante, complessa, che sicuramente non è di competenza di un presidente di Regione; Musumeci cerca di farla passare attraverso la porta della sanità, vuole impedire la presenza dei migranti per motivi legati al Covid ma non può farlo. L’appello arrivato stamattina dal Viminale alla collaborazione di tutte le istituzioni è importante ma, ripeto, l’ordinanza va impugnata”.

Per il Viminale la situazione attuale richiede lo sforzo comune da parte di tutte le istituzioni

secondo il principio costituzionale di leale collaborazione, che si ritiene oggi più che mai indispensabile. Il ministero dell’Interno è da sempre direttamente impegnato per ridurre l’impatto della forte pressione migratoria sulla Sicilia, dovuta ai numerosi sbarchi autonomi legati alla crisi tunisina, rispetto alla quale il governo si è attivato per trovare ogni utile soluzione”.  Da luglio scorso sono stati trasferiti in altre regioni, ha spiegato, circa 3.500 migranti. Numeri e argomentazioni giuridiche che non smontano Musumeci: “Andremo avanti fino alla fine”.

(Agi)

Ultimi articoli