22 Dicembre, 2024
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Facebook, in un gruppo della Lega insulti sessisti a Azzolina.

 La ministra: “Nessuna donna dovrà più leggere commenti così infimi”

Insultata come ministra ma, soprattutto, come donna. La titolare del dicastero della Scuola, Lucia Azzolina, è stata vittima, su Facebook, di insulti sessisti nei commenti di un gruppo della Lega. A dare la notizia è stata, con un post sulla sua pagina social, la stessa ministra, che ha accompagnato il grafico con il montaggio delle frasi volgari avvertendo: “Mai nessuna donna dovrà più leggere commenti così infimi”.

Già a fine maggio Azzolina era stata vittima di analoghi oltraggi e minacce (sessiste) online,  tanto che fu messa sotto scorta e ancora viene guardata a vista da alcuni agenti della Guardia di Finanza. “Nessuna donna dovrà mai più leggere commenti così infimi, subire attacchi volgari e abietti come questi. È e sarà la mia battaglia”, dice senza troppi giri di parola la ministra 5Stelle. “E la faremo – aggiunge – a scuola, educando le nuove generazioni al rispetto dell’altro, uomo o donna che sia, al pensiero critico, allo scambio di idee fatto con i contenuti e non con la volgarità”.

Il post di Azzolina prosegue così: “Provo molta pena per chi si esprime in questo modo e per chi alimenta questo tipo di reazione, parlando solo alla pancia e mai alla testa delle persone. È un sistema che va combattuto ed è lapalissiano che la scuola sia il naturale antidoto”.

Alla ministra alla Scuola è arrivata, immediata, la solidarietà della viceministra dell’Economia, Laura Castelli.

“Insulti sessisti, offese, minacce e linguaggio volgare usati come ‘armà politica. Ad essere colpite sono sempre le donne, serve una svolta culturale e l’impegno di tutti. A Lucia Azzolina tutta la mia stima e solidarietà con un forte abbraccio e gli auguri di buon compleanno”, scrive sui social Castelli.

“Gli attacchi che Azzolina ricevendo nelle ultime ore, che si sommano a quelli ricevuti nelle scorse settimane, sono da condannare fermamente e senza mezze misure”, dice risoluto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “È assurdo – prosegue il 5Stelle – pensare che per qualche like sui social alcuni leader politici mettano da parte il rispetto per la persona. Qui non si tratta solamente di sessismo ma di inciviltà e maleducazione. Dovremmo sempre ricordarci che chi rappresenta le Istituzioni ha delle responsabilità ben precise e non può permettersi di alimentare tensioni sociali”.

Ad esprimere vicinanza alla ministra è anche il Pd.

“Il linguaggio rivela la concezione profonda di una società patriarcale in cui le donne vengono considerate oggetti sessuali”, sottolinea Valeria Valente, senatrice del Pd e presidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere. “Gli insulti che le donne politiche continuano a ricevere sui social – prosegue – sono un fenomeno grave e intollerabile, che nulla ha a che vedere con la critica e con la polemica politica”.

Parla di “offese ignobili” Vito Crimi, capo del Movimento 5 Stelle. “Le espressioni di disprezzo e odio nei sui confronti sono intollerabili- aggiunge- opera di miserabili vigliacchi aizzati quotidianamente dagli attacchi pretestuosi e violenti di soggetti che li rappresentano pienamente. C’è chi passa le giornate a offendere – conclude Crimi – e a creare divisioni, a noi interessa continuare a lavorare in modo inclusivo e costruttivo per il bene della scuola”.

“Le violente frasi sessiste rivolte alla ministra Azzolina dai follower di pagine social riconducibili alla Lega sono di una gravità inaudita.

Condanniamo fermamente non soltanto la inqualificabile condotta di chi ha rivolto quelle parole becere a una donna, ma anche chi tollera e coltiva un clima di odio che ormai ha raggiunto livelli intollerabili”, scrivono in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura.

E la ministra alla Semplificazione, Fabiana Dadone, aggiunge: “Certe espressioni e linguaggi indegni qualificano solamente chi li utilizza. Bisogna sconfiggere proprio con l’educazione e la scuola un modello, una visione “machista” che blocca il progresso della nostra società”

(La Repubblica)

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