Si parte dalla Promenade des Anglais di Nizza, ma è incerto il traguardo finale a Parigi, tra tre settimane, con la Francia che è tornata a segnare oltre 7000 nuovi contagi al giorno
La Costa è azzurra, ma la zona è rossa: il Tour de France prende il via oggi, con due mesi di ritardo rispetto al previsto, sotto l’ombra del coronavirus, e per di più che la corsa ciclistica più importante del mondo possa non tagliare il traguardo finale a Parigi, tra tre settimane, con la Francia che è tornata a segnare oltre 7000 nuovi contagi al giorno e il presidente Emmanuel Macron che “non esclude” un nuovo lockdown. Non a caso, il numero di spettatori è stato ridotto al minimo e l’uso della mascherina è stato reso obbligatorio per l’avvio di una 107esima edizione decisamente molto speciale della gara.
Gli occhi del mondo oggi sono tutti puntati sulla Promenade des Anglais di Nizza,
per uno dei rari eventi sportivi mondiali che possano svolgersi in questo 2020 segnato dalla pandemia. Ieri l’approvazione del protocollo dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) su come comportarsi di fronte a casi di contagio da Covid-19: con due positivi, una squadra, che schiera otto corridori, finirà esclusa dal Tour. Una minaccia che rischia di pendere sul Tour fino a Parigi e all’atteso arrivo sugli Champs Elysèes il 20 settembre.
I media devono mantenere le distanze e di più, il pubblico che quest’anno sarà privato di selfie e autografi dei corridori. Per il ciclismo, di norma uno degli sport più accessibili, è un mezzo terremoto. Nelle zone di partenza e del traguardo è permessa la presenza solo di alcune dozzine di appassionati, al posto dei 5000 spettatori previsti originariamente. In generale, le forze dell’ordine hanno intenzione di evitare qualsiasi assembramento lungo il percorso.
Nella prima tappa di oltre 156 chilometri sono i velocisti ad essere favoriti, in generale sul percorso lungo di 3484,2 chilometri i favoriti rimangono il vincitore della scorsa edizione, ossia il colombiano Egan Bernal, e lo sloveno Primoz Roglic. Per quanto riguarda la prima tappa, si guarda alle performance dell’australiano Caleb Ewan, che gode del sostegno dei tedeschi John Degenkolb e Roger Kluge. Tra i papabili anche l’italiano Elia Viviani, l’irlandese Ire Sam Bennett e l’ex campione mondiale Peter Sagan.
(Agi)