19 Novembre, 2024
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Italia: crescono occupati ma anche tasso disoccupazione

Tornano a crescere gli occupati in Italia, 85 mila in più a luglio

Istat: in risalita anche il tasso di disoccupazione, al 9,7%, segno che più persone si sono messe alla ricerca di un posto di lavoro

Dopo quattro mesi di flessioni consecutive, a luglio torna a crescere in Italia in numero di occupati, con un aumento di 85 mila unità rispetto al mese precedente. Di pari passo sale anche il tasso di disoccupazione, dal 9,3% al 9,7% in un mese, segno che più persone si sono messe in cerca di lavoro, uscendo dalla fascia degli inattivi che era molto cresciuta nei mesi di lockdown.

Cresce ancora il tasso di disoccupazione tra i giovani, al 31,1% contro il 29,6% del mese precedente, raggiungendo il livello più alto dal 31,5% di febbraio 2019.

Su base mensile, l’Istat conta, dunque, 85 mila occupati in più (+0,4%), in particolare tra le donne e i dipendenti; restano stabili gli occupati uomini, mentre diminuiscono gli indipendenti.

Il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali). Il tasso di inattivitàdiminuisce, attestandosi al 35,8% (‑0,6 punti).

Da febbraio il livello dell’occupazione è sceso di quasi 500 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono cresciute di circa 50 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 400 mila.

In quattro mesi, il tasso di occupazione perde oltre un punto, mentre quello di disoccupazione, col dato di luglio, torna sopra ai livelli di febbraio.

In particolare, a luglio il numero degli occupati si è attestato a quota 22,811 milioni, contro i 23,283 milioni di febbraio. Il saldo negativo è dunque pari a 472.000 unità.

Le ripetute flessioni congiunturali registrate a partire da marzo 2020 hanno contribuito a una rilevante contrazione dell’occupazione rispetto al mese di luglio 2019 (-2,4% pari a -556.000 unità), che ha coinvolto uomini e donne di qualsiasi età, così come dipendenti (-317.000) e autonomi (-239.000); unica eccezione sono gli over 50 con un incremento di occupati (+153.000) che, tuttavia, è dovuto esclusivamente alla componente demografica.

(Agi)

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