Il Cts: «L’uso dei dispositivi alle superiori va valutato in base ai contagi». Oggi il via ai corsi di recupero. Stanziati 350 milioni per avere più bus
Capienza su treni e trasporto locale all’80%, mascherine a scuola negli spazi comuni, ma non durante le lezioni alle elementari, mentre per i più grandi si valuterà in base alla «situazione epidemiologica». La scuola riparte, in qualche modo: il governo trova un’intesa faticosa con le Regioni su autobus e metro e il Comitato tecnico scientifico fissa le linee-guida per garantire le lezioni in sicurezza, ma per l’esecutivo è un paziente lavoro di mediazione tra gli esperti che chiedono rigore e i governatori che vorrebbero riempire i mezzi pubblici. Sulle mascherine, poi, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non intende cedere, assicura che sta «insistendo personalmente perché i ragazzi non debbano portarle se il metro di distanza c’è». Un lungo braccio di ferro, che probabilmente avrà anche dei tempi supplementari. Alla fine della giornata una fonte di governo chiosa: «Sigliamo l’intesa perché la priorità è far ripartire la scuola, ma rischiamo di dover fare come con le discoteche…». I locali da ballo, come è noto, vennero riaperti dalle Regioni, nonostante il parere contrario del governo, per poi essere richiusi dal ministero della Salute a metà agosto.
Così si tornerà a scuola in sicurezza, le regole dell’Istituto superiore di sanità
Ovviamente, tutti si augurano che stavolta le cose vadano meglio. Sul trasporto pubblico la giornata di ieri si è conclusa con l’intesa nella conferenza unificata tra governo e regioni: bus, metro e treni locali saranno riempiti fino all’80%, fermo restando l’obbligo di indossare le mascherine e di rispettare il distanziamento di un metro (regola, quest’ultima, che non vale per persone che vivono nella stessa casa). Le Regioni hanno poi insistito per prevedere la possibilità di andare oltre l’80%, impegnandosi ad adottare ulteriori misure di sicurezza. Per questo nelle linee-guida si afferma che si può superare il limite dell’80% a patto che vengano installati divisori tra i posti, precisando che le eventuali soluzioni individuate dalle Regioni devono ottenere l’ok del Comitato tecnico scientifico (ma il Lazio sarebbe orientato addirittura a manenere la soglia del 60%). Inoltre, il governo accetta la richiesta delle regioni: arrivano 350 milioni per sostenere le aziende del trasporto pubblico colpite dai mancati introiti dovuti alla capienza limitata. Soldi che dovranno essere anche utilizzanti per aumentare le corse.
Scuola, Bolzano fa da apripista: lezioni in presenza e senza mascherina
Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, a fine giornata è comunque soddisfatto della mediazione faticosamente raggiunta: «La volontà di fare il bene dei nostri ragazzi ha fatto superare polemiche e ostacoli». Anche Paola De Micheli, ministra dei Trasporti, è contenta: «Regole di sicurezza uguali per tutti sui mezzi del trasporto pubblico e fondi agli enti locali che avranno necessità di incrementare i servizi.Abbiamo raggiunto un accordo all’unanimità con Regioni, Comuni e Province per far ripartire la mobilità delle persone». Soddisfatti anche i presidenti di regione, da Stefano Bonaccini a Giovanni Toti.
Primo giorno dei corsi di recupero all’istituto Avogadro di Torino
Ma nonostante l’ottimismo di Boccia e De Micheli alcune Regioni hanno scelto comunque di rinviare l’apertura delle scuole: Friuli, Sardegna, Puglia, Calabria e Abruzzo hanno già formalizzato la decisione e Campania e Basilicata sono orientate a fare altrettanto: le lezioni ripartiranno non il 14 settembre, ma dopo il weekend elettorale del 20. Una scelta che dal ministero dell’Istruzione commentano così: «Stupisce il dibattito di queste ore sul calendario scolastico. Il ministero ha proposto con largo anticipo una data comune di inizio delle lezioni per armonizzare la ripartenza. Ma le Regioni, per legge, ogni anno decidono autonomamente l’avvio ufficiale del calendario. Alcune, Calabria, Sardegna e Puglia, avevano immediatamente scelto di partire nella settimana successiva alla tornata elettorale del 20 e 21 settembre. Se altre intendono farlo dovrebbero agire rapidamente per evitare che decisioni tardive possano ricadere su famiglie, studentesse e studenti».
Scuola, la prima campanella a Torino suona alla Wins School
Azzolina comunque assicura: «La scuola riapre senza se e senza ma il 14. La cosa che mi ha fatto più male in assoluto è stata la campagna elettorale sulla scuola». E Anna Ascani, viceministra all’Istruzione, aggiunge: «Come governo abbiamo organizzato tutto quello che potevamo organizzare, va riconosciuto a Lucia che ha lavorato senza sosta. Ognuno sia responsabile della sua quota parte, trasporti e salute».
Ecco cosa è successo quando gli studenti sono andati a scuola durante la pandemia del 1918
Ma sulle norme di sicurezza in classe si è fatto sentire anche il Comitato tecnico scientifico, che ieri è tornato a riunirsi. Le pressioni per evitare la mascherina agli studenti non piacciono agli esperti del governo e l’irritazione traspare chiaramente in una nota a fine giornata. Gli esperti ricordano le indicazioni dell’Oms, che a partire dai 12 anni prevedono le stesse regole che sono in vigore per gli adulti. Quindi, le raccomandazioni: i bambini della scuola primaria possono evitare la mascherina quando sono seduti ai banchi e a patto che sia rispettata la distanza di un metro dagli altri alunni. Nella scuola secondaria si potrà fare altrettanto solo «in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale».
(La Stampa)