18 Luglio, 2024
spot_imgspot_img

Fbi: “Mosca vuole ancora interferire nelle elezioni”

Mosca colpisce ancora, sostiene l’Fbi. La storia si ripete e proprio come nel 2016 i russi stanno provando anche stavolta a influenzare le elezioni americane: e con gli stessi metodi di allora. Ovvero, attraverso una rete di account falsi e un sito civetta, dai quali diffondere disinformazione e malcontento, spacciandosi per un’associazione politica democratica. A muovere le fila c’è nuovamente la Internet Research Agency di San Pietroburgo, quella dell’oligarca Eugeny Prigozhin, il cosiddetto “cuoco di Putin” per i suoi interessi in aziende di catering, già ampiamente indagato (e messo sotto accusa) dal superprocuratore Richard Mueller nell’ambito delle indagini sul Russiagate.

È stata appunto l’Fbi ad allertare i colossi dei social Facebook e Twitter segnalando le attività anomale.

D’altronde, l’intelligence già a febbraio aveva avvisato il Congresso sul rischio di nuove interferenze russe, ma all’epoca la risposta era stata di concentrarsi piuttosto sulle cyber attività cinesi, ritenute un problema più grande dall’Amministrazione Trump.

Rispetto alle interferenze del 2016, questa volta i russi si sono però mossi in maniera diversa: ingaggiando persone reali affinché elaborassero i contenuti del sito specificamente realizzato e chiamato Peace Data – con tanto di false foto e identità dei curatori – mirati a esaltare la delusione dei democratici su temi ambientalisti e di politica estera nei confronti del ticket Joe Biden-Kamala Harris. Lo ha svelato al New York Times un freelance che era stato ingaggiato dal gruppo e ha preferito però restare anonimo: l’uomo ha confermato di essere stato pagato 75 dollari al pezzo.

Questa volta è andata bene. Peace Data aveva appena cominciato a lavorare e gli account falsi a questa legati non erano riusciti ancora ad attrarre alti numeri di followers come invece avvenuto nel 2016. Quasi certamente ce ne sono in giro altri. Mosca sembra insomma ancora determinata a mettere lo zampino in quel che succede in America.

(La Repubblica)

Ultimi articoli