22 Dicembre, 2024
spot_imgspot_img

Auto, il mercato sale, ma i bonus sono già finiti

La farsa degli incentivi

È ancora farsa per gli incentivi dall’auto. È proprio vero, quando le cose nascono male è difficile raddrizzarle. E poi questo Esecutivo, diciamolo chiaramente, non ha mai creduto che il comparto automotive fosse così strategico come in effetti è. Sull’argomento ci ha messo le mano con colpevole e gravissimo ritardo, non ha partorito nulla di strategico, limitandosi ad interventi talmente tattici che quando sono entrati in vigore avevano quasi esaurito la loro efficacia. Con questo modo di fare hanno ulteriormente destabilizzato il settore, creato non poca confusione e disincentivando gli acquisti.

Nell’incertezza, infatti, gli automobilisti, che poi sono tutti

i cittadini in quanto in Italia ci sono 40 milioni di patenti e 50 di veicoli, preferisco rinviare il cambio vettura in una situazione di pesante crisi economica come quella attuale. Ad affrontare l’emergenza sono stati soprattutto i costruttori che non possono permettersi di parlare, ma devono agire e negli ultimi mesi hanno schierato offerte commerciali vantaggiose, con prezzi abbassati e formule d’acquisto agevolate. Sono stati così tanto lasciati al proprio destino, che hanno dovuto far finta anche di apprezzare le improvvisate e quasi pericolose manovre del governo.

Suvvia, non si può ogni mese chiedere aiuto perché quello messo in campo nei giorni precedenti è già volato via.

Non funziona così all’estero. Hanno fatto diversamente Germania e Francia nei confronti di un settore che vive sulla programmazione. Soprattutto per realizzare nuovi modelli, ma anche per venderli. È un diritto sapere che bonus ci saranno fra venti giorni visto che bisogna pianificare l’afflusso di centinaia di migliaia di auto. Invece in Italia non funziona così, si deve agire al buio, prevedendo e improvvisando. Ieri sono state riaperte le prenotazioni per gli eco-incentivi attraverso la piattaforma ministeriale ecobonus.mise.gov.it. Una buona notizia. Forse.

Un provvedimento che deve durare tutto l’anno,

potrebbe essere evaporato con le calde serate d’agosto perché in cassa non è rimasta una lira. Alla faccia degli esperti. Ma come le fanno certe previsioni? Hanno proprio il polso del mercato. E così, il primo settembre per i venditori di auto è stato già ribattezzato “click day”. Per avere qualche speranza di acchiappare per la coda uno degli ultimi bonus ancora disponibili i concessionari hanno fatto la corsa contro il tempo inserendo nel sistema i contratti già fatti. A lume di naso, non sembra un modo serio di fare le cose per un comparto che merita di essere aiutato e, quantomeno, tranquillizzato.

Questo lo scenario in soldoni, ma è il caso di specificare un po’ meglio.

Alla liquidità “accennata” dal Decreto Rilancio, e poi rinforzata con il provvedimento che il governo ha emanato ad agosto, non possono accedere indistintamente tutte le auto che hanno diritto agli incentivi (quelle con emissioni di CO2 fino a 110 g/km), ma i modelli sono stati divisi in quattro fasce, a ciascuna delle quali è stata riservata una parte del bottino. Le somme a disposizione sono simili fra loro, ma quelle che vanno alle elettriche e alle ibride plug-in (che pur hanno un bonus più elevato per esemplare) dovrebbero durare tranquillamente fino al 31 dicembre, mentre quella che riguardano le vetture con motore termico è probabilmente già andata esaurita.

D’accordo che le prime due sono più ecologiche

e quindi più virtuose, ma che senso ha per le altre proporre un aiuto che dura qualche settimana? Anche perché i clienti potrebbero rinviare l’acquisto nella speranza di nuovi incentivi che magari non arriveranno mai. È doveroso chiedere un po’ di chiarezza. Non parliamo di piani “quinquennali”, ma da qui alla fine dell’anno automobilisti e concessionari avrebbero il diritto di sapere cosa accade per programmare la compravendita della macchina che, con l’aria che tira, non è affatto una banalità.

(Il Mattino)

Ultimi articoli