17 Luglio, 2024
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Test di medicina a Napoli: ressa ai cancelli

C’è lo spettro dei ricorsi

Mentre si attendono notizie sulla riapertura delle scuole, con i test di medicina il mondo dell’istruzione fa i conti con la prima vera prova di convivenza con il virus. A Napoli, nelle sede di Monte Sant’Angelo dell’Università Federico II, cancelli aperti dalle ore 8 per gli aspiranti medici che in un clima misto di ansia da prestazione e tensione per le misure di restrizione da rispettare hanno iniziato il concorso alle ore 12.
Un orario ritardato appositamente rispetto agli altri anni per dare la possibilità di far defluire i gruppi di candidati e permettere loro di essere identificati nella maniera più sicura possibile. Una misura che non ha fatto da deterrente alla formazione di assembramenti, specie all’esterno della struttura, dove giovani e meno giovani hanno fatto capannello accalcati ai due cancelli principali in attesa di poter accedere. «Abbiamo cercato di evitare quanto più possibile gli assembramenti – ha replicato Michele Nicolo’, presidente di commissione dei test alla Federico II – Purtroppo siamo un popolo di mammoni e quindi anche i candidati ultradiciottenni si fanno accompagnare e non sono in condizioni di venire da soli».

Non solo neolaureati: 

tra le domande c’è anche quella di un candidato classe 1949. I più giovani invece hanno 17 anni. 557 sono i posti messi a disposizione dalla facoltà di medicina della Federico II, 60 invece per quanto riguarda l’odontoiatria. Mascherina obbligatoria e autocertificazione alla mano che attesti di non essere positivi al virus, di non avere sintomi e di non essere stati a contatto con persone contagiate le direttive da rispettare per i 4.508 iscritti, suddivisi in 73 aule raggiunte attraverso un percorso obbligato con sanificatori, e il cui ingresso è stato contingentato a cinque persone alla volta.

«Gli accompagnatori non possono accedere infatti si sono trattenuti fuori ai cancelli – ha spiegato Nicolo’-  Anche il personale non addetto al concorso non può entrare e tutte le zone ricreative sono state chiuse». La novità imposta dal Covid e da disposizioni ministeriali, è che quest’anno, per evitare spostamenti, anche un candidato campano che abbia fatto domanda per una sede fuori regione è tenuto a sostenere l’esame nella propria provincia di riferimento.

«È la prima volta che provo il test ed è una situazione di tensione mista un po’ alla paura visto il periodo che stiamo vivendo.

È una delle prime grandi sfide contro il virus non è facile per nessuno», ha commentato Camilla, 19enne aspirante medico di Castellammare di Stabia. «Oggi non stiamo proprio rispettando tutte le misure sul distanziamento – evidenzia invece Nelia – però almeno tutti indossano la mascherina».

Resta ancora sfocata, per il momento, la posizione degli iscritti che hanno avuto contatto con il virus e che quindi stamattina non hanno potuto sostenere la prova di ammissione. Un vuoto che potrebbe aprire la strada a ricorsi da parte dei candidati impossibilitati a presenziare fisicamente. «Non abbiamo ancora indicazioni dal ministero per quando riguarda eventuali prove di recupero», ha precisato il presidente di commissione.

(Il Mattino)

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