8 Gennaio, 2025
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Governo, Conte su Draghi: «Non tiratelo per la giacchetta»

Governo, Conte su Draghi: “Volevo candidarlo alla guida della Commissione ma disse che era stanco. Non tiratelo per la giacchetta”

È il convitato di pietra di tutti i retroscena sulle difficoltà del governo, Mario Draghi. Considerato – e invocato da alcuni – come possibile premier di un governo di unità nazionale o di emergenza nel caso in cui la crisi precipiti. E nel giorno del suo grande ritorno in scena Giuseppe Conte, ospite della festa del Fatto quotidiano e successivamente del Forum Ambrosetti a Cernobbio, parla così dell’ex presidente della Bce: “Quando si è lavorato per una nuova commissione Ue, fu proposto innanzitutto Timmermans ma alla fine non andò a buon fine. Subito dopo io stesso cercai di creare consenso per Draghi, lo avrei visto bene come presidente della Commissione Ue. Lo ho incontrato perché non volevo spendere il suo nome invano, ma lui mi disse che non si sentiva disponibile perché era stanco della sua esperienza europea”.

 

E aggiunge: “Quando si invoca Draghi penso lo si tiri per la giacchetta. Non lo vedo come un rivale, ma come un’eccellenza”. Insomma, Giuseppe Conte prova a ridimensionare l’ipotesi dell’ex presidente della Bce come avversario e alternativa per la guida del governo.

Ma, nell’ambito degli scenari futuri, parla anche della corsa al Colle più alto. E rispondendo a una domanda su Mattarella dice: “Lo vedrei benissimo per un secondo mandato, se ci fossero le condizioni da parte sua per accettare”. E aggiunge: “Credo che il presidente Mattarella stia interpretando il suo ruolo in un contesto molto sfidante in modo impeccabile, con grande equilibrio e saggezza, man mano che vado avanti ne apprezzo sempre più le qualità”.

Le elezioni

Non sembra ottimista sull’esito delle amministrative, il premier: “Le forze di maggioranza le vedo un po’ in difficoltà in questa competizione elettorale: il centrodestra si presenta unito, mentre le forze di maggioranza vanno in ordine per lo più sparso. Il governo comunque andrà avanti”.

Sul referendum costituzionale si schiera per il Sì: “è una riforma votata dalla stragrande maggioranza parlamentare. La mia opinione è che se si passa da 945 a 600 parlamentari non viene assolutamente pregiudicata la funzionalità del parlamento il taglio dei parlamentari non pregiudica la funzionalità delle Camere”. Sulla legge elettorale, apre all’introduzione delle preferenze voluta dai 5Stelle: “Auspico una riforma come quella frutto dell’accordo di maggioranza: a me la sfiducia costruttiva piace molto. Se si arriva alle preferenze non la vedo negativa. Il principio mi piace. Ci arriverei successivamente, ci sono state in passato delle distorsioni, ma il principio delle preferenze mi piace”.

Non manca qualche frecciata a Salvini. “Con Forza Italia e Meloni il dialogo è costante. Salvini invece non richiama”. E sulle Comunali di Roma resta prudente: “Votare Raggi? La domanda è prematura”. Stesso equilibrismo perfino sulle presidenziali americane: “Chiunque vinca, per l’Italia non cambierà molto. Comunque vada, parliamo di Paesi legati da una tradizione di rapporti e di una integrazione. Non cambierà molto”.

Il lockdown

“Abbiamo un sistema di monitoraggio elevato e possiamo affrontare l’autunno con fiducia, senza un nuovo lockdown generalizzato”, ha detto Conte osservando anche che la riapertura al pubblico degli stadi è inopportuna: “Nello stadio l’assembramento è inevitabile, dentro, come in entrata e in uscita”, ha spiegato. Ha liquidato i No Mask in piazza oggi a Roma con una secca battuta: “Oltre 274mila contagiati e 35 mila decessi. Punto” (ndr, Conte per un lapsus aveva detto 135mila. E subito dopo è arrivata la correzione di Palazzo Chigi). Infine, ha mandato un segnale chiaro sui servizi: “In un momento di crisi non vado a modificarne l’assetto”. E ha tentato di chiudere, così, la polemica sul rinnovo delle nomine scoppiata in aula sul decreto Covid.

Il fisco: “Non abbasseremo le tasse coi soldi europei”

Da Cernobbio il premier rimarca la necessità di “perseguire una riforma organica del nostro sistema fiscale”. Tornando a più riprese sul tema fisco, nel corso del suo intervento Conte ha ribadito: “Non abbasseremo certamente le tasse coi soldi europei” sperando, invece, che “la digitalizzazione sempre più intensa dei pagamenti sia la strada anche per recuperare quel sommerso che tanto ci fa male”.

(La Repubblica)

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