Una testimone ha raccontato che è l’hanno caricata su minibus a Minsk alcuni uomini mascherati. La polizia: «Non l’abbiamo arrestata». Tikhanovskaya: «La responsabilità è del regime»
Maria Kolesnikova, capo della campagna elettorale del candidato (non ammesso) Viktor Babariko nonché alleata di Svetlana Tikhanovskaya (avversari di Alexander Lukashenko) sarebbe stata caricata a bordo di un minibus con la scritta «comunicazione» da persone non identificate mascherate e portata via in una direzione sconosciuta. Lo fa sapere al portale Tut.by una testimone oculare. Il fatto sarebbe avvenuto nei pressi del Museo d’Arte Nazionale. «Il telefono di Kolesnikova è disponibile, ma lei non risponde al telefono», scrive Tut.by. Il portavoce del Consiglio di coordinamento dell’Opposizione, Anton Rodnenkov, ha detto che Maria era sola nel centro della città per affari.
La testimone, identificata con il nome di Anastasia, ha raccontato: «Stavo camminando quando ho visto Maria nei pressi del Museo. L’ho riconosciuta e stavo per andare da lei, per ringraziarla. Poi ho pensato che doveva essere stanca e ho lasciato perdere. Sono passata oltre ma a quel punto ho sentito il suono di un telefono che cadeva sull’asfalto, mi sono girata, e ho visto che delle persone in abiti civili e mascherate che spingevano Maria in questo minibus; il suo telefono era volato via e una di queste persone lo ha raccolto, è saltata a bordo nel minibus e se ne sono andati». La donna ha anche ammesso di non aver avuto il coraggio di filmare la scena con il suo smartphone per paura di essere lei stessa fermata.
La polizia di Minsk ha detto alla Interfax che la Kolesnikova non risulta in stato di arresto.
L’ex candidata alla presidenza Svetlana Tikhanovskaya ritiene che siano le autorità bielorusse le responsabili della scomparsa della componente del Consiglio di coordinamento dell’opposizione: «Il regime del presidente bielorusso Alexander Lukashenko dimostra di agire solo attraverso l’intimidazione. Il rapimento di Maria Kolesnikova, Anton Rodnenkov e Ivan Kravtsov è un tentativo di ostacolare l’attività del Consiglio di coordinamento –, ha detto –. Tuttavia, questo non ci fermerà. Più ci intimidiscono, più la gente scenderà in strada. Continueremo la lotta, cercheremo il rilascio di tutti i detenuti e una nuova elezione equa», ha dichiarato al suo canale Telegram. Lo riporta Interfax.
(La Stampa)