“Quei ragazzi erano violenti, delle furie”
La Roma ricorda il ragazzo: «Riposa in pace, romanista. Spezzato brutalmente il suo sogno di indossare la maglia giallorossa»
“Eravamo molto amici, frequentavamo da tempo la stessa comitiva. Ero lì davanti, l’ho visto morire. Non potrò mai togliermi la scena dalla testa, non respirava più”. A raccontarlo all’Adnkronos è Lorenzo, un amico di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso sabato notte a Colleferro nel corso di una rissa. Lorenzo è rimasto accanto al giovane durante i suoi ultimi istanti di vita. “E’ stato tutto molto veloce – dice – sono rimasto vicino a lui per un’ora, forse meno. Quelli erano delle furie. Non ricordo molto bene. Sono ancora sotto choc, sono due giorni che non dormo e rivivo quei momenti. Queste cose non si dimenticano”. “Willy qui lo conoscevano tutti. Un ragazzo solare, silenzioso, buono, non avrebbe mai fatto male ad una mosca. Una tragedia incredibile”, conclude Lorenzo.
“Non si può morire a 21 anni così. Li conoscevano tutti qui quei due fratelli.
Da due anni litigano e picchiano con le stesse modalità, sono stati autori di altri pestaggi”, dice Alessandro, un altro amico di Willy. “Con uno di loro ho litigato pochi mesi fa perché dava fastidio a un mio amico – aggiunge – la rabbia è che non è la prima volta che fanno così. Si poteva evitare”.
“Siamo tutti corresponsabili”, denuncia il vescovo di Velletri, mons. Vincenzo Apicella. “L’ennesimo atto di feroce e assurda violenza, cui non possiamo rassegnarci – dice il presule -ucciso a calci e pugni da quattro coetanei, nostri condiocesani, durante una rissa di cui non conosciamo i motivi e a cui era molto probabilmente estraneo”.
“Tutti siamo corresponsabili – denuncia il vescovo -. Da dove provengono i virus della prepotenza, della violenza, della vigliaccheria, del disprezzo della vita, della stupidità che generano queste tragedie e gettano nella disperazione intere famiglie e comunità?
Siamo quotidianamente seduti su una polveriera, che può esplodere improvvisamente e di cui non abbiamo consapevolezza”. Apicella si rivolge alle famiglie, alla Chiesa, alla scuola, alle istituzioni “perché siano partecipi “di quella fondamentale e indispensabile opera di civiltà che si chiama educazione e che va rivolta a tutti, anche agli adulti”. E chiede ai parroci di diffondere il messaggio nella prossima messa domenicale.
Intanto nel luogo dove è stato ucciso Willy continua il pellegrinaggio di amici e parenti. Decine i mazzi di fiori a terra, la Roma ha fatto depositare una maglietta con su scritto “Grazie Willy gli eroi non muoiono mai”. “Willy sognava di poter indossare un giorno la maglia della sua amata AS Roma. Questo sogno è stato spezzato la notte scorsa, nel modo più tragico e brutale possibile. I nostri pensieri vanno alla famiglia e agli amici di Willy. Riposa in pace, Romanista”, scrive sui social la Roma.
(La Stampa)