Solo pochi minuti di comizio per il leader della Lega che lascia il palco in anticipo: «Chi insulta e minaccia non protesta, è un incivile».
Non è la prima volta, e naturalmente, non sarà l’ultima come sempre si dice in questi casi. Era, infatti, già accaduto a Saronno, a Ventimiglia, a Savona a Cava De Tirreni. E oggi si è ripetuto a Torre Del Greco. Ma certo i cori, gli insulti e i fischi che da sempre accompagnano i politici per Matteo Salvini stanno diventando quasi una consuetudine. Nelle ultime ore, a cominciare da Pontassieve in provincia di Firenze quando il leader della Lega è stato addirittura strattonato, gli episodi di contestazione non si contano quasi più. Oggi è accaduto di nuovo: a Torre Del Greco, dopo che nel mese di giugno scorso una cosa analoga si era verificata a Napoli. Insomma, la storia si è ripetuta con tanto di fischi, insulti, e grida di “Buffone”. Poi, cori da stadio, “Bella ciao” e lancio di pomodori. Una contestazione che ha quasi impedito al segretario leghista di parlare tanto da riuscire a farlo solo per pochi minuti. «Se qui ci fossero De Luca o De Magistris o Renzi a quest’ora sareste a passeggio o a fare la spesa. Eccoli gli amichetti del governatore che ha rovinato la Campania. Eccolo qui. Invece di fare altro per i cittadini le forze dell’ordine sono costrette a stare qui», ha lamentato dal palco, con la voce coperta dai fischi.
Salvini, dunque, risponde per le rime. Pan per focaccia ai contestatori: «Chi lancia pomodori, insulta e minaccia non protesta, è un incivile»,
ha stigmatizzato il capo della Lega. «Tornerò a incontrare le persone per bene, che sono la maggioranza delle persone pacifiche, silenziose e laboriose di questa città». ha aggiunto Salvini che è riuscito a parlare poco più di cinque minuti. «All’odio e al rancore risponderemo sempre con democratici sorrisi e tanta voglia di cambiamento. Avanti tutta», ha scritto poi su Twitter, dove ha postato una sua foto mentre mostra un rosario dal palco.
(La Stampa)