L’Unione Europea si dice pronta a rifinanziare anche la costruzione di un nuovo campo, mentre 400 minori migranti non accompagnati da Lesbo verranno accolti in 10 Paesi europei
L’Unione Europea è pronta a “finanziare un nuovo campo più moderno” in Grecia dopo l’incendio nel campo di migranti a Moria nell’isola di Lesbo.
Lo ha annunciato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Margaritis Schinas in videoconferenza dalla Grecia con il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer. “L’Unione Europea è pronta non solo a finanziare e sostenere la costruzione di questa nuova struttura, ma anche a considerare qualsiasi richiesta greca per un ruolo più attivo nella gestione di questa nuova struttura”, ha precisato Schinas, annunciando che ne parlerà con il premier greco.
Nelle prossime ore delle navi finanziate dall’Ue saranno dispiegato in Grecia per dare rifugio ai richiedenti asilo più vulnerabili,
dopo l’incendio che ha distrutto il campo di Moria sull’isola di Lesbo. Inoltre, in tutto dieci Paesi Ue accoglieranno i 400 minori non accompagnati dal campo di Moria, nell’isola greca di Lesbo: è quanto annunciato dal ministro dell’Interno tedesco Seehofer. La maggioranza di loro sarà suddivisa tra Francia e Germania, che ne accoglieranno rispettivamente tra i 100 e i 150 ciascuno.
L’Unione europea fa annunci, ma la crisi umanitaria sull’isola di Lesbo non ha fine. L’incendio di martedì notte ha lasciato circa 3.500 abitanti del campo senza casa, stando a quanto riferito dal ministro greco dell’Immigrazione. Molte persone sono state costrette a dormire sul ciglio della strada per la terza notte di fila in ripari di fortuna. Per controllare la situazione, Atene ha inviato sull’isola agenti in tenuta antisommossa che già da stamani avevano raggiunto le aree dove i profughi hanno allestito i ripari
improvvisati.
Il governo greco ha sollecitato i Paesi dell’Unione europea affinché accolgano non solo i minori, ma anche parte dei profughi,
in modo da allentare la pressione a Lesbo, una richiesta sollecitata da tempo anche perché il campo di Moria era stato progettato per accogliere non più di 4.000 persone.
Al momento solo Francia, Germania e Paesi Bassi hanno acconsentito ad accogliere una quota di profughi.
Le autorità greche sostengono che gli incendi di martedì e mercoledì sera siano stati appiccati deliberatamente da alcuni migranti del campo come segno di protesta per gli ordini di isolamento emessi per prevenire la diffusione del coronavirus dopo che 35 persone profughe erano stati trovate positive.
“La nostra Chiesa sarà sempre al fianco di ogni essere umano povero, perseguitato, debole, di ogni rifugiato, contro ogni discriminazione. Con i fatti e non con le parole” così si è espresso l’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia Hieronymus, che insieme al Papa e al patriarca ecumenico Bartolomeo I nel 2016 visitò a Lesbo per portare aiuto ai profughi. “La Chiesa – osserva in una nota – ha il diritto e l’obbligo non solo di deplorare profondamente gli eventi di Moria, ma anche di essere molto preoccupata per ciò che questa tragica situazione nasconde per la nostra integrità nazionale e per una vita pacifica nella nostra patria”.
(Avvenire)