12 Novembre, 2024
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Rientro a scuola: trasporti, banchi, misura della febbre

Riapre domani, lunedì 14 settembre, il 70% delle scuole del Lazio.

Chi riparte, lo fa non senza qualche difficoltà: gli istituti avevano richiesto circa 300mila banchi monoposto, ma ad oggi sono arrivati solo in pochi plessi. Molti i presidi che lamentano carenza di personale, dai docenti ai collaboratori Ata. E sono numerose, poi, le scuole dove ancora non sono terminati i lavori d’edilizia leggera utili alla ripresa della didattica in sicurezza. I nidi, almeno a Roma, avevano riaperto il 9, mentre il via domani è previsto anche per le scuole dell’infanzia, le ex materne. Intanto 30mila tra docenti e personale scolastico hanno aderito alla campagna di test sierologici volontari e gratuiti avviata dalla Regione. Per gli studenti sono invece previsti test a campione. Per saperne di più, ecco la guida al riavvio delle lezioni.

GLI SPAZI

Sono oltre 16mila, ad oggi, gli studenti che non hanno ancora un’aula:  5972 per il I° ciclo e 10413 per il II. Tra le soluzioni trovate dalle istituzioni, ci sono, almeno per Roma, l’accordo col Parco Archeologico per il Colosseo e quello col Vicariato: gli studenti faranno lezioni in luoghi come Curia Iulia, Atrio di Santa Maria Antiqua, i giardini degli Horti Farnesiani e dell’ingresso San Gregorio. E negli spazi delle parrocchie saranno allestite 95 classi,  oltre 2mila studenti.

I BANCHI

Parte dei 300mila circa richiesti dai presidi del Lazio al governo stanno arrivando grande alla maxi-gara del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. Ma il grosso del carico dovrebbe arrivare verso la fine di settembre per le elementari e per le medie, poi comincerà la consegna nelle superiori, fino alla fine d’ottobre. Novemila sono invece i banchi che Città Metropolitana ha acquistato per le superiori attraverso una gara e coi fondi del Miur.

INGRESSO E TRASPORTI PUBBLICI

La Regione ha fissato due fasce orarie d’ingresso per evitare assembramenti sui mezzi pubblici: 8.30 e 9.30. Alcune scuole hanno deliberato in consiglio d’istituto il suono della prima campanella alle 7.45. La Regione ha potenziato la rete Cotral, ma anche Trenitalia ha aumentato alcune corse. Da domani, a Roma, Atac riprenderà il servizio delle linee scolastiche, che però saranno potenziate grazie a linee “S”. Queste linee nel loro tragitto effettueranno fermate in prossimità degli istituti. Le linee Ponte Mammolo-Termini e Anagnina-Termini partiranno da lunedì, nel corso della settimana, invece, sarà attivato un terzo collegamento (Battistini-Termini e viceversa). Le linee “S” circoleranno tra le 6.30 e le 9.30 e tra le 13 e le 15.30. In questi giorni saranno valutate eventuali fermate aggiuntive e l’istituzione di nuove linee a supporto.

DIDATTICA A DISTANZA

Ritornano a scuola gli studenti, dopo mesi di didattica a distanza e dopo l’estate. Ma non sarà così per tutti. Per la ricerca degli spazi, le istituzioni si sono concentrate per lo più su soluzioni dedicate agli studenti più piccoli: quelli delle superiori, più indipendenti, faranno ancora lezioni da casa attraverso il computer, seppur saltuariamente. Avverrà uno o due volte a settimana, ma in alcune scuole anche di più: l’Ufficio scolastico regionale è al lavoro per diminuire i giorni di dad.

DOCENTI: ASSUNZIONI, TEST E SINTOMI

Ne mancano numerosi nel Lazio, specialmente di sostegno. “Ma – chiarisce l’assessore regionale alla Scuola, Claudio Di Berardino – stiamo sollecitando l’Ufficio scolastico regionale” affinché le procedure diventino più rapide. Nel Lazio sono attualmente 30mila, su un bacino ipotizzato di 120mila, tra docenti e personale scolastico, ad essersi sottoposti ai test sierologici volontari e gratuiti per la comunità scolastica. Se un docente o un operatore Ata accusa sintomi a casa, non deve andare al lavoro e contattare il medico di famiglia, che avvisa la Asl, cui spetta poi l’esecuzione del tampone. Se accusa sintomi a scuola, invece, deve rientrare a casa e chiamare il medico.

RICREAZIONE E MENSE

La ricreazione si svolgerà prevalentemente, e specialmente per le scuole superiori, in classe. Solo in alcuni casi, se le scuole sono dotate di ampi spazi aperti, le classi avranno un’area a loro assegnata per potersi rilassare durante la pausa. Non sempre si potrà utilizzare il bar interno alle scuole. Capitolo pranzo: laddove le mense sono state riconvertite in aule, il pasto viene servito in classe sotto forma di lunch-box. “Nella eventuale rielaborazione dei piatti del giorno rimarranno inalterati i valori nutrizionali previsti e la qualità garantita”, spiegano dal Comune, responsabile anche del servizio mense delle scuole statali (se non sono autogestite). Nel caso in cui il refettorio non abbia subito modifiche, il pasto viene consumato regolarmente a mensa, ma suddividendo gli studenti in più turni. In istituti particolarmente numerosi, c’è anche chi pranzerà alle 11.30 e chi alle 14.10.

MASCHERINE

A scuola, come ha recentemente chiarito il Comitato tecnico-scientifico, si dovranno indossare le mascherine negli spazi comuni e negli spostamenti (per andare in bagno, per esempio), mentre possono essere rimosse “in condizioni di staticità”, ossia seduti al banco, se c’è il rispetto della distanza di almeno un metro. Se i banchi monoposto non sono ancora arrivati e gli studenti sono costretti a sedere in due sul banco doppio, è necessario indossare la mascherina. Da evitare le situazioni che possono portare alla diffusione di aerosol, come il canto. In presenza di alunni disabili, se la disabilità non è compatibile con l’uso continuativo della mascherina, non sarà necessario indossarla. Nelle scuole dell’infanzia, per i bambini sotto i 6 anni, non è previsto l’uso delle mascherine che invece saranno indossate dal personale. A Roma le educatrici dei nidi indossano anche soprascarpe e, nei momenti del cambio del bambino e del pasto, la visiera. Sulla distribuzione delle mascherine da parte del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, è nata una polemica: molte scuole, fino a pochi giorni fa, non le avevano ricevute. O ne avevano ricevute poche. Intanto è intervenuta la Regione, con una fornitura in emergenza di 5 milioni di dispositivi già consegnati attraverso la nomina di nove scuole polo, una per provincia e la rimanente parte a Roma.

TEMPERATURA E SINTOMI

Ogni mattina saranno gli stessi genitori, a casa, a misurare la temperatura del figlio prima di andare a scuola, mentre per nidi e materne di Roma il Comune – che ha previsto un patto di corresponsabilità con le famiglie – ha stabilito anche la misurazione, all’arrivo, sia del bambino che del genitore/accompagnatore: se mamma, papà, tata o nonni che lasciano il bambino hanno la febbre, il bimbo non può entrare al nido. In caso di malore in classe, il compito spetterà al personale scolastico individuato, “mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto che andranno preventivamente reperiti”. La soglia limite, come sempre, è 37,5 gradi. La Regione Lazio ha previsto l’assunzione di circa 300 medici che vigileranno ciascuno su circa 4/5 scuole. Se uno studente presenta sintomi a casa, la famiglia dovrà contattare il medico (o il pediatra, a seconda dell’età). Secondo l’Iss, ecco quali sono gli altri sintomi “sospetti”: nei bambini febbre, tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali (nausea/vomito, diarrea), faringodinia, dispnea, mialgie, rinorrea/congestione nasale; nei più grandi febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), rinorrea/congestione nasale, faringodinia, diarrea.

CHE SUCCEDE  IN CASO DI UN POSITIVO SOSPETTO O CONFERMATO

In caso di un sospetto contagio Covid a scuola, l’operatore (prof o Ata) che viene a conoscenza di un alunno sintomatico deve avvisare il referente scolastico per Covid-19, che ogni istituto deve avere, il quale a sua volta telefona ai genitori. Lo studente va ospitato in una stanza dedicata o in un’area di isolamento, con mascherina, che dovrà essere indossata anche da chiunque entri in contatto con lui, genitori compresi. Intanto la famiglia deve contattare pediatra o medico di famiglia per la valutazione clinica del caso. Se lo ritiene, il medico richiede il test diagnostico e lo comunica alla Asl, che provvede a sua volta all’esecuzione del tampone e all’indagine epidemiologica. Se il test è positivo, si avvia la ricerca dei contatti (anche esterni alla scuola), che saranno posti in quarantena per 14 giorni dall’ultimo contatto col caso positivo, mentre viene sanificata la parte della scuola interessata. Non è prevista la chiusura della scuola, a meno che non si registri un elevato numero di casi confermati. Lo studente può rientrare a scuola solo dopo la guarigione clinica, con due tamponi negativi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se invece il caso sospetto si rivela negativo, il ragazzo deve rimanere a casa fino a guarigione clinica e può rientrare solo con un nuovo test negativo.

AIUTO PSICOLOGICO E SUPPORTO PER LE SCUOLE

Il Miur ha attivato un help desk per le scuole, che per ogni dubbio potranno ricevere chiarimenti attraverso il numero verde 800.90.30.80. Tra le iniziative, quella delle Acli che ha attivato il numero unico d’orientamento, lo 06-57087051, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 e fino alle 13: offre numerosi servizi, dall’esigibilità dei diritti, con specifica attenzione ai diritti parentali, permessi e Legge 104, ma anche assistenza psicologica, consulenze legali, sostegno allo studio. In giro per Roma ci sarà anche un camper itinerante che farà tappe davanti alle scuole di periferia, per fornire, sempre gratuitamente, gli stessi servizi del numero unico.

INIZIATIVE PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ ECONOMICA

Presso la sede Acli a Garbatella si potranno portare materiali didattici da donare a famiglie meno abbienti, attraverso l’iniziativa #ILQUADERNOCHESERVE. Al mercato dei libri usati del lungotevere Oberdan è nata, in collaborazione col municipio I, l’iniziativa del “libro sospeso”, con cui si donano libri a studenti le cui famiglie hanno particolarmente subito la crisi.

(La Repubblica)

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