In caso di «bisognini» devono arrivare babbo e mamma da fuori. Ma le famiglie si organizzano: a turno ci saranno volontari fissi di supporto. I ringraziamenti del sindaco
Arezzo, 15 settembre 2020 – «Emergenza pannolino» in due scuole dell’infanzia di Montevarchi e la protesta era immediatamente divampata sui social. A innescare la miccia il protocollo per il ritorno in aula dei bambini da 3 a 6 anni stilato dall’Istituto Comprensivo «Raffaello Magiotti».
Per le materne «Staccia Buratta» e «Il Giglio» prevedeva che i piccini, in caso di necessità di cambio durante l’orario scolastico, dovessero essere affidati ai genitori o loro delegati e portati fuori dell’edificio per la pulizia a causa dell’alto «rischio biologico». A tuo figlio «scappa»? La scuola ti contatta, lo porti fuori per cambiargli il pannolino, poi lo riporti. Insomma l’operazione sarebbe ricaduta sulle famiglie e non sugli addetti della struttura, con l’eccezione dei bimbi con certificazione 104.
Arrivato tra i documenti da esaminare e condividere, il testo aveva suscitato fin dai giorni scorsi le rimostranze di mamme e babbi che lamentavano varie difficoltà: l’impossibilità per chi lavora e non ha il supporto di una rete parentale in grado di correre all’asilo in tempi brevi per adempiere a quanto richiesto e la preoccupazione per il possibile impatto emotivo del provvedimento sui piccoli non tutti a quell’età autonomi «anche per il controllo degli sfinteri».
Senza dimenticare che adesso il clima è favorevole, ma ben presto le temperature scenderanno con disagi ulteriori per gli eventuali cambi all’esterno. Già ieri mattina, tuttavia, la sindaca Silvia Chiassai Martini ha contattato la dirigente scolastica Laura Debolini (nella foto) per capire quali fossero i motivi alla base della nuova norma e trovare una soluzione.
Ed è stato subito chiaro che ancora una volta il vulnus è la carenza di personale. Non solo quello promesso per implementare gli organici nell’emergenza Covid, ma anche l’ordinario, nonostante le numerose sollecitazioni rivolte dalla preside a chi di dovere. Nel frattempo, e in attesa di un potenziamento finalmente rapido della forza lavoro, occorreva risolvere il problema e, come accade ed è accaduto in questi mesi, la quadratura del cerchio è arrivata grazie al volontariato.
«Di concerto con la dirigente – ha affermato la titolare di Palazzo Varchi – abbiamo ipotizzato attraverso l’aiuto di volontari, anche gli stessi genitori, di avere una persona all’interno delle due scuole materne che permetterà agli operatori di portare avanti tutte le procedure più complicate e dispendiose dal punto di vista del tempo.
E che al momento non possono essere attuate. Ringrazio quindi i genitori per la loro disponibilità perché sono venuti incontro a una scelta dirigenziale dettata esclusivamente dalla mancanza di personale».
(La nazione)