22 Dicembre, 2024
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Processo Expo Milano, Sala non rinuncia alla prescrizione …

… ma chiede l’assoluzione

Non vuole rinunciare alla prescrizione ma punta comunque all’assoluzione piena la difesa del sindaco Beppe Sala, accusato di falso ideologico e materiale nell’ambito del processo sulla Piastra di Expo. Il sindaco, all’epoca dei fatti commissario straordinario e ad di Expo, è stato condannato in primo grado a 6 mesi (convertiti in multa) per falso ideologico e materiale. È  iniziato oggi il processo d’appello che dovrebbe chiudersi il 21 ottobre.

La richiesta della difesa del sindaco, rappresentata dall’avvocato Salvatore Scuto, si fonda sull’articolo 129 del codice penale, che prevede l’assoluzione anche in presenza di una causa di estinzione del reato. E sulla convinzione che Sala vada assolto nel merito perché «la sua estraneità è evidente». Di parere opposto il sostituto pg Massimo Gaballo: «Mi pare di capire che la difesa voglia un’assoluzione nel merito – ha spiegato in aula – ma non è possibile. Capisco il fatto che la prescrizione non sia una bella cosa, ma la difesa non può volere la moglie ubriaca e la botte piena. Se vuole l’assoluzione nel merito, basta rinunciare alla prescrizione».
«Sala è stato condannato sulla base della massima di esperienza che “non poteva non sapere”», ha sostenuto la difesa. Secondo l’avvocato Scuto, «il primo risultato etico e morale che riceve chi legge la sentenza è quello che si è creata un’ingiustizia perché Sala viene condannato in solitaria (gli altri imputati sono stati assolti in primo grado, ndr) senza che vengano prese in considerazione le posizioni soggettive di coloro i quali hanno posto in essere rapporti causali con le loro condotte».

L’intero processo al sindaco, per l’avvocato Scuto, sarebbe stato uno «spreco di tempo e risorse che ci saremmo potuti risparmiare».

Perché già la procura della Repubblica «aveva indagato, valutato il falso come innocuo e chiesto l’archiviazione». Un commento a conclusione dell’arringa difensiva che non è stato apprezzato dalla procura generale. Il sostituto pg ha subito voluto chiarire:  «Non è vero, quando abbiamo avocato le indagini la procura non aveva valutato. Perché Sala, per la prima volta è stato iscritto nel registro degli indagati da noi»
In primo grado il sindaco era stato condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 45mila euro. Al centro del processo la retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione Universale del 2015. La sentenza è attesa per il 21 ottobre.

(La Stampa)

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