Il ministro dell’Economia ad Assisi intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini. Su Quota 100: «Non c’è stato un utilizzo saggio dei soldi»
«Riduzione del carico fiscale: lo abbiamo già fatto il primo luglio riducendo le tasse sui lavoratori dipendenti con reddito medio basso. La riduzione delle imposte è una riduzione strutturale, mentre le risorse del recovery fund sono per investimenti e possono anche rifinanziare riforme», così Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e delle Finanze al “Cortile di Francesco” ad Assisi. Il dibattito con l’intervista del direttore de La Stampa Massimo Giannini tocca diversi temi. Giannini, sulla questione tasse, chiede se l’anno prossimo potremo contare su una riduzione e Gualtieri risponde: «Faremo un altro passo avanti, ci sarà una semplificazione del regime fiscale per gli italiani che consentirà di ridurre la pressione fiscale su chi lavora e chi produce». Gualtieri lascia intendere che se le riduzioni fiscali saranno funzionali ad una certa azione di riforma, i fondi del Recovery potranno essere usati per quella finalità.
Altro tema, L’Europa che, di fronte alla pandemia da coronavirus, «ha mostrato capacità di tradurre la percezione dell’interdipendenza in una robusta azione comune improntata alla solidarietà» dice Gualtieri. Ancora: «E’ stato importante e non scontato, c’è stata una scelta di campo che va rimarcata: si è scelto di assegnare il primato alla vita». Aggiunge il titolare del Mef: «La prima lezione del Covid è che ha reso in modo molto più diretto, immediato ed evidente a tutti quello che sarà il titolo della prossima Enciclica, che aspettiamo con grande trepidazione, cioè che siamo fratelli tutti», ha aggiunto il ministro, secondo cui la pandemia ha reso chiaro che «siamo fortemente interdipendenti, che siamo sulla stessa barca, e questo rafforza la necessità di unire tutta la famiglia umana alla ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale».
Sul Recovery:
«Sogniamo asili per tutti, scuole aperte in tutto il Paese, case dello studente e centri dell’impiego che devono essere aperti e visibili». E a proposito di asili, l’obiettivo, ha sottolineato Gualtieri è arrivare ai numeri della Scandinavia.
Poi la domanda di Giannini su quota 100.
Una domanda alla quale Gualtieri ha risposto così: «Non c’è stato un utilizzo saggio delle risorse concentrate su una platea molto ristretta. Quota 100 finisce tra poco, è stata un costo. Terminerà il 31 dicembre 2021 e si pone il tema di cosa fare dopo: c’è un tavolo di lavoro che deve affrontare questa grande questione di come governare questo salto quando si passa ad un altro scalone. E’ oggetto di riflessione».
Infine sul Mes,
37 miliardi che «servirebbero per rafforzare il sistema sanitario e garantire stipendi dignitosi a medici e infermieri, costruire sanità più equa». «Lo attiverete o sarà intralcio politico?» chiede il direttore de La Stampa. «Sarò didascalico – risponde Gualtieri –. Non stiamo parlando di soldi a fondo perduto, ma soldi per finanziare a tasso più basso le spese sanitarie. Abbiamo messo 8 miliardi nel periodo Covid: se fosse successo che non eravamo in grado di trovarli, col Mes li avremmo ottenuti in pochi giorni. Ci ha aiutato ad avere lo spred basso. Significa che ormai è inutile? No, è un elemento che rende meno costoso finanziare le spese per il rafforzamento del sistema sanitario».
Infine la domanda di Giannini sulle elezioni e su quali potrebbero essere i riflessi del risultato sul governo e sulla sua tenuta. Gualteri se l’è cavata così: «Stiamo utilizzando molto i consigli di monsieur de Lapalisse, quindi anche in questo caso dico che sono elezioni regionali e quindi sono importanti per i cittadini delle regioni, quelle che invece decidono il governo sono le elezioni politiche. E’ fattuale».
(La Stampa)