«Mi autosospendo dai 5 Stelle»
La sindaca ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato, sostenendo di aver sempre agito nell’interesse della Città: è stata assolta per l’ipotesi di abuso d’ufficio.
«Non mi dimetto da sindaca, ma mi autosospendo dai 5 Stelle come previsto dal codice etico»
La sentenza è giunta poco dopo le 15 di oggi, 21 settembre. La sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata a sei mesi per falso in atto pubblico (in relazione al bilancio 2016) e assolta per il reato di abuso d’ufficio. «Non mi dimetto da sindaca di Torino, ma mi autosospendo dal Movimento 5 Stelle come previsto dal codice etico», il commento di Appendino. Il processo nel quale era imputata è quello denominato Ream: riguarda un debito fuori bilancio non inscritto nei rendiconti di Palazzo Civico del 2016 e del 2017. I procuratori aggiunti Enrica Gabetta e Marco Gianoglio avevano chiesto per la prima cittadina una condanna a un anno e due mesi di reclusione. Appendino, difesa dagli avvocati Luigi Chiappero e Luigi Giuliano, ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato, sostenendo di aver sempre agito nell’interesse della Città.
Il verdetto era molto atteso. L’assoluzione dal reato di abuso d’ufficio mette al riparo la sindaca dal dover rassegnare le dimissioni da Palazzo Civico. Oltre ad Appendino, sono stati condannati, rispettivamente a sei e otto mesi , anche l’assessore al Bilancio Sergio Rolando e l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana (assistito dall’avvocato Maria Turco). Prosciolto, infine, il direttore finanziario Paolo Lubbia, difeso dall’avvocato Lorenzo Imperato: il dirigente non aveva scelto riti alternativi. Si chiude così un procedimento giudiziario iniziato nella primavera del 2017, dopo un esposto presentato in Procura dal consigliere di minoranza Alberto Morano.
(Corriere della sera)