La Lega: “Sciogliere le camere”
Di Maio: «Risultato storico. L’Italia acquista credibilità»
«Riguardo agli esiti e ai risultati del referendum, siamo molto molto soddisfatti, di conferma che il Pd è la forza del cambiamento garante di un percorso di modernizzazione delle istituzioni -dichiara il segretario dem, Nicola Zingaretti-. Con la vittoria del sì si apre una stagione di riforme e faremo in modo che questa stagione vada avanti spedita nelle prossime settimane. Ma il Pd farà di tutto per rappresentare quelle preoccupazioni che hanno portato cittadini e cittadine a votare no».
Referendum, Zingaretti: “Soddisfatti della vittoria del sì, ora si apre la stagione delle riforme”
Il ministro agli Affari Esteri, Luigi Di Maio, lasciando al Farnesina per raggiungere la Camera dei deputati dopo aver appreso la vittoria dei sì al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari ha osservato: «Oggi è un punto di inizio, non di arrivi. E’ un segnale di avvicinamento della politica ai cittadini. E’ un risultato storico. Ora normalizziamo gli stipendi dei parlamentari. E’ una vittoria del popolo italiano. E’ una riforma che aspettavamo da trent’anni. L’Italia acquista credibilità internazionale in un momento molto difficile».
Referendum, Di Maio: “Risultato storico, qualcuno voleva mia sconfitta e del governo. Ora stagione di riforme”
Commenta il presidente dei deputati della Lega, Riccardo Molinari: «I 5 stelle hanno chiesto il voto per il sì finalizzato ad avere istituzioni più efficienti con un Parlamento di solo 600 eletti. Il Popolo sovrano ha scelto. Ora la logica conseguenza sarebbe che si sciogliessero le Camere per sperimentare finalmente l’efficienza conquistata con la riforma. Anche perché sarebbe strano avere un Parlamento non in linea con la Costituzione nella sua composizione e ancora più strano pensare che un Parlamento sfiduciato dai cittadini possa scegliere il prossimo Presidente della Repubblica».
Referendum, Verini: “Partito Democratico decisivo per Sì riformista” «Vittoria chiara»
«Mi pare che vittoria del Si’ al referendum costituzionale sia chiara, anche se in maniera minore rispetto a quello che ci si aspettava. Il No ha raggiunto un risultato inatteso visto il contesto e le condizioni di partenza», afferma il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. «Ora le forze politiche responsabili – prosegue l’esponente di Leu – devono aprire una nuova fase e in cui si possa lavorare agli indispensabili correttivi. A partire da una legge elettorale pienamente proporzionale, per ridurre i danni potenziali di questa riforma».
Referendum, Crimi: “Risultato straordinario. M5S motore del cambiamento”
Sostiene il capo politico M5s Vito Crimi: «Adesso proseguiremo con il percorso delle riforme: il prossimo step sarà la legge elettorale. Non c’era bisogno del quorum ma abbiamo comunque superato la maggioranza. Il risultato ci dice di portare avanti questo percorso. Questo era il nostro mandato e continuerà ad esserlo». Per il deputato pentastellato Luigi Gallo «il sì al referendum è una vittoria della democrazia. Siamo in sintonia con il popolo. È finita l’epoca dei tagli alla democrazia con le politiche di austerity. Erano in mille i parlamentari quando hanno tagliato la sanità pubblica, l’istruzione ed hanno privatizzato l’acqua. Adesso il M5S al governo investe con nuovi autobus, nuove scuole e nuovi ospedali, abbiamo chiuso con la politica dell’austerity e stiamo investendo in democrazia. Per questo i cittadini stanno sostenendo le nostre riforme». Per il senatore di Forza Italia, Andrea Cangini, promotore dei comitati per No al referendum sul taglio dei parlamentari, «è una battaglia che si doveva combattere e si poteva vincere se Salvini e la Meloni non fossero rimasti imbrigliati dalla loro demagogia e se il Pd non si fosse ridotto al ruolo di utile idiota del M5s Stelle e non si fosse sottomesso alla retorica antipolitica di Di Maio. Il danno alla democrazia c’è stato con la connivenza di tutti i partiti e per la spinta del M5s Di Maio è l’unico vincitore. Per qualche giorno farà dimenticare la drammatica prova dell’Azzolina e il loro evidente e clamoroso conflitto interno».
(La Stampa)