22 Novembre, 2024
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Patto sui migranti, la Commissione Ue

Solidarietà obbligatoria. Redistribuzione o rimpatri sponsorizzati

 

“Oggi proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e ripristinare quella dei cittadini nella nostra capacità di gestire i flussi migratori come Unione”. Dopo mesi di lavori e un rush finale di contatti con le capitali, Ursula von der Leyen annuncia che la Commissione europea ha finalmente approvato la riforma delle politiche migratorie.

Il pacchetto lanciato oggi prevede “un sistema obbligatorio” secondo il quale le persone salvate in mare dovranno essere redistribuite tra tutti i partner europei. C’è però una via d’uscita per i paesi contrari alla solidarietà: se qualche governo non vorrà prendersi carico dei migranti, sarà obbligato a gestire il rimpatrio di coloro che non avranno diritto per restare nel continente.

Ora la proposta deve essere approvata dalle capitali in quello che si preannuncia come un durissimo negoziato con l’Unione spaccata tra i paesi mediterranei e coloro che li sostengono nella richiesta di solidarietà e il blocco dell’Europa centro-orientale contrario alla cooperazione composto dai Visegrad, baltici e Austria.

“L’Ue – ha affermato von der Leyen – ha già dato prova in altri settori della sua capacità di fare passi straordinari per conciliare prospettive divergenti:

ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto”. Un richiamo alla storica e sofferta decisione di luglio sul Recovery Fund con l’auspicio che anche questa volta l’Europa riesca a trovare un accordo. Come allora, anche questa volta Angela Merkel appare impegnata a spingere le trattative verso un successo (negli ultimi anni tutte le proposte sui migranti sono state impallinate dai Visegrad). Sarebbe il modo di lasciare la politica dopo avere rilanciato l’Europa sul piano economico e sulla gestione dei flussi, i due argomenti di maggior scontro tra governi e che alimentano i sovranisti.

Guardando ai futuri negoziati, il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, ha sottolineato che il nuovo “Patto sui migranti” è “un compromesso” tra le diverse sensibilità degli stati membri, una soluzione “che rispetta le linee rosse” dei governi, “un punto di caduta” appetibile per tutti. Per il governo italiano si è espresso il ministro agli Affari europei, Enzo Amendola, promuovendo la proposta di Bruxelles: “Siamo a un punto di svolta. Sarà una trattativa complessa e delicata. Ma l’Italia è in prima linea”.

La riforma punta ad “alleggerire il peso sui paesi di primo ingresso” riformando Dublino, il sistema che invece lasciava proprio sulle nazioni di frontiera la completa gestione dei flussi penalizzando in particolare i mediterranei come Italia e Grecia. La novità più significativa è quella che prevede “un meccanismo di solidarietà automatico” per le persone salvate in mare. Dovranno essere redistribuite tra i partner europei sia che si tratti di richiedenti asilo, dunque titolati a restare in Europa, sia che si tratti di migranti economici, ovvero di persone che dovranno essere rimpatriate.

I governi contrari alla solidarietà potranno evitare di ospitare i migranti ma dovranno farsi carico del rimpatrio di un tot di essi attraverso una “sponsorship”.

Inizialmente i migranti resteranno nel Paese di primo ingresso, ma se entro 8 mesi i governi sponsor non saranno riusciti a organizzare il loro rientro in patria dovranno trasferirli sul proprio territorio in attesa della chiusura della procedura di ritorno. “Non ci saranno più soluzioni ad hoc per ogni sbarco”, ha spiegato Schinas, questo meccanismo di solidarietà diventa “obbligatorio”.

Bruxelles inoltre prevede un rafforzamento delle frontiere esterne, con la Ue che gestirà direttamente l’identificazione dei migranti entro 5 giorni dal loro ingresso in Europa e la domanda di asilo, da processare entro 12 settimane. La seconda sfida è proprio legata ai rimpatri: l’Europa condizionerà tutte le partnership economiche e la cooperazione con i paesi di origine al fatto che questi aprano al ritorno dei loro cittadini emigrati senza titoli nel Vecchio Continente. Inoltre saranno aperti corridoi per la migrazione legale in modo da contrastare il traffico di esseri umani.

(La Repubblica)

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