In vigore da venerdì fino alla fine delle feste ebraiche
Il governo israeliano ha approvato in nottata un lockdown ancora più rigido rispetto a quello già in atto: entrerà in vigore da domani (venerdì) e resterà in vigore fino all’11 ottobre, alla fine delle feste ebraiche. Tra i provvedimenti la chiusura dei servizi non essenziali, il blocco delle manifestazioni al di là di un chilometro dalla propria abitazione e in non più di 20 persone. Le sinagoghe saranno in funzione solo per le cerimonie di Kippur. Interventi anche per il settore aereo.
La decisione è arrivata dopo un lunga riunione nella quale si sono registrati profondi dissidi tra i ministri del Gabinetto di governo per la lotta al coronavirus, soprattutto nella spinosa questione della chiusura dei luoghi di culto e sulla restrizioni delle manifestazioni. Lo stesso Commissario Ronni Gamzu, secondo i media, ha caldeggiato interventi più leggeri di quelli poi decisi dall’esecutivo di Benyamin Netanyahu per timore di forti ripercussioni sull’economia.
Ora tocca alla Knesset approvare il pacchetto di misure. In base agli interventi – che verranno dettagliati in mattinata – resteranno aperti solo i supermercati, le farmacie così come alcune industrie essenziali. Per le dimostrazioni è passata la linea del restringimento sia di luogo sia del numero di persone: un tema quest portato avanti con forza dal Likud, il partito del premier.
Per quanto riguarda le funzioni di culto, aspetto questo difeso ad oltranza dai partiti religiosi, le sinagoghe chiuderanno a partire da venerdì ma potranno aprire solo a Kippur e con numero di persone limitato. L’aeroporto Ben Gurion resterà chiuso ai voli in partenza fino alla fine delle festività. I ristoranti resteranno aperti solo per le consegne a casa.
(La Stampa)