La “Giovane Roma” punta le Comunali
Una lista di under 25 contro M5S, Pd e centrodestra. Il candidato sindaco è il comunicatore Federico Lobuono: “Siamo il futuro, ma vogliamo incidere sul presente della capitale”
Il M5S contiene a fatica le beghe interne. Centrosinistra e centrodestra sono ancora a caccia del candidato giusto. E i giovani? A quanto pare questa volta hanno deciso di non restare a guardare. Così, nella lunga corsa che porta alle prossime Comunali, si affaccia il primo sfidante di Virginia Raggi. Si chiama Federico Lobuono, ha 20 anni e si presenta con il carico di entusiasmo necessario a cercare l’impresa. A capo della lista “La Giovane Roma”, è il più giovane candidato sindaco nella storia d’Italia. Un ragazzo per provare a impensierire i big della politica capitolina con una lista composta interamente da liceali e universitari under 25. “Più donne che uomini”, promette il candidato che ha un passato nel Pd renziano. “Non rinnego nulla del passato – dice lui – ma questa è una vicenda diversa. Ho mandato un messaggio a Matteo (Renzi, ndr) ma lui ha visualizzato senza rispondere. Se l’è presa? Non credo”.
Una lista di under 25 contro M5S, Pd e centrodestra: La Giovane Roma sfida i big e punta alle Comunali 2021
Quindi, parlantina veloce, Lobuono parla del progetto: “Ci lanciamo in questa sfida sapendo che è difficile – spiega a Repubblica – ma siamo convinti che sia una scelta coraggiosa. Dobbiamo ridare voce ai giovani e rompere una volta per tutte questa retorica dannosa per cui forse, un giorno, arriverà il nostro momento. No, non è così. Noi siamo il futuro, è vero, ma vogliamo incidere sul presente”.
Lecito chiedersi, a questo punto, chi sia e da dove venga il leader del partito che prende ispirazione dalla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Nato a Lecce e cresciuto a Bari, Federico Lobuono è arrivato a Roma nel settembre 2015. “Vivevo al Pigneto e ho mosso i primi passi nella capitale all’istituto tecnico commerciale Giorgio Ambrosoli”. L’impatto con la città non è stato dei più semplici: “Non è stato facile per mia mamma trovare un nuovo lavoro e io ero senza punti di riferimento. Pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato in Roma, ma a 5 anni di distanza ho capito che a sbagliare sono stati gli amministratori che l’avevano lasciata nel degrado. Qui ho trovato opportunità che nessun altro posto in Italia sarebbe stato in grado di darmi”.
Studio e lavoro. Federico lancia due startup, si occupa di comunicazione ed editoria, lavora come consulente strategico per aziende e politici. La gestione della cosa pubblica lo affascina subito. Viene nominato tra i 20 giovani più promettenti d’Italia dal The Post Internazionale e nel frattempo si trasferisce nel rione Monti con la madre e il cane Escobar. “Amo leggere, passeggiare e credo nella politica”, riprende. Poi lancia la sfida: “Mentre da una parte e dall’altra si scannano sulle primarie o giocano a fare gli attendisti, noi abbiamo deciso di non perdere tempo e cominciare a costruire una lista diversa, giovane e aperta, che non tema il confronto e metta in discussione una visione malsana di Roma”.
Se si chiede al candidato da che parte starà “La Giovane Roma”, la risposta è secca: “Non siamo di sinistra o di destra, parliamo con chi rispetta i valori della Costituzione. Noi come i 5 Stelle? No, puntiamo sulle competenze. Di Raggi salvo la lotta per la legalità, l’operazione contro i Casamonica. Ma non le perdono il “no” alle Olimpiadi per paura della corruzione”. La ricerca degli esperti da affiancare alla lista è già partita. Seguiranno i candidati durante la campagna elettorale. Il video di lancio già c’è: 60 secondi con i guai della capitale, accompagnati dalla musica di Marco Cutini, compositore di 20 anni entrato nello staff dei ragazzi di Lobuono.
“Il programma – spiega il giovane politico di Monti – si incentra su 10 aree: cultura e turismo, trasporti, mobilità e viabilità, ambiente, rifiuti e decoro, legalità, trasparenza e sicurezza, scuola e università, smart city e SID (Sburocratizzazione, Innovazione e Digitalizzazione), sport e politiche giovanili, periferie e politiche sociali, urbanistica e città aperta, partecipazione e cittadinanza attiva. Sono questi i temi su cui lavorare per trasformare Roma in una capitale europea. Una città in cui non si rischia la vita se si prende un autobus, in cui l’ingresso dei parchi non è bloccato dagli alberi caduti. Da cui non si scappi più per cercare lavoro. Senza distanza tra centro e periferie, senza dispersione scolastica. Dove tutti hanno una casa e nessuno è obbligato a vivere per strada. Una Roma all’altezza del suo nome”. Insomma, il sogno di un gruppo di giovani. Poi ci sono la realtà e le urne. Dove gli under 25 proveranno a impensierire i grandi.
(La Repubblica)