Ora all’interno del massimo organo giudiziario saranno sei su nove i magistrati di nomina conservatrice. La La giudice 48enne, madre di 7 figli (2 adottati da Haiti) è nata a New Orleans
Gli Stati Uniti hanno un altro giudice espresso dai conservatori tra i nove della Corte Suprema. Dopo le indiscrezioni mai smentite, nella notte italiana è arrivata l’attesa nomina da parte del presidente Donald Trump di Amy Coney Barrett al seggio della Corte lasciato vuoto, la scorsa settimana, dall’icona liberal Ruth Bader Ginsburg morta a 87 anni.
Secondo molteplici fonti repubblicane non c’erano dubbi sulla candidatura a nuovo giudice costituzionale, con una cerimonia in pompa magna alla Casa Bianca, della magistrata 48enne che Trump aveva già promosso alla Corte d’appello del settimo circuito di Chicago nel 2017. In questi giorni il presidente non avrebbe incontrato altri candidati e, quando Barrett venne presa in considerazione nel 2018 come possibile sostituta al dimissionario giudice Anthony Kennedy, Trump avrebbe messo in chiaro l’intenzione di «tenersela per Ginsburg».
Ieri il presidente americano ha detto che Barrett «è tra le più brillanti e dotate menti legali». Con la successiva conferma da parte del Senato, la giurista cattolica madre di sette figli diventerà così una delle persone più «rilevanti» d’America. La sua nomina sposta ulteriormente verso il fronte conservatore l’ago della bilancia del massimo organo giudiziario del Paese, portando il rapporto con i progressisti dall’attuale 5 a 4 a un 6 a 3.
Un peso notevole in vista di dibattiti-chiave per la vita degli americani, dall’assistenza sanitaria estesa durante il mandato di Obama, alla legge sull’aborto, all’immigrazione, al porto d’armi. La sua nomina potrebbe avere anche un effetto sulla campagna elettorale del presidente a caccia di consensi (erosi in questi anni) tra le donne e tra i cattolici.
Un primo riscontro tangibile della nomina potrebbe essere già evidente sull’esito materiale del voto, perché – parola di “The Donald” – sarà la Corte Suprema a dover decidere su un sempre più probabile risultato «contestato» su quanto emerso dalle urne. Trump – che negli ultimi giorni ha ventilato l’ipotesi di non voler accettare un pacifico passaggio di poteri in caso di vittoria democratica – ha ribadito l’altra sera di aspirare a «una transizione regolare e amichevole », ma ha messo in chiaro che l’unico modo per il candidato dem ed ex vicepresidente Usa Joe Biden di vincere è quello di usare «un trucco da birbante», concludendo di essere certo che verranno attuati brogli elettorali che lui «non accetterà».
Questo il motivo della grande fretta nel nominare il nuovo giudice alla Corte prima ancora che le spoglie di quello precedente vengano sepolte, martedì. Giornata fissata anche per il primo dibattito tv tra Biden e Trump a Cleveland, in Ohio, uno degli Stati chiave nelle ultime settimane di campagna. Uno scontro che si preannuncia acceso proprio sulla questione della Corte Suprema, ma che – nonostante gli ostacoli che i democratici intendono porre alla procedura di conferma di Barrett – difficilmente impedirà la conferma del magistrato prima del 3 novembre.
L’assenso del Senato – la discussione inizierà il 12 ottobre e durerà 4 giorni – è certo visto che i repubblicani con 53 deputati a 47 detengono la maggioranza della Camera alta del Congresso e solo due senatori del partito del presidente si schierano con l’opposizione nella richiesta di volere attendere i risultati elettorali di novembre per «dare al nuovo presidente l’opportunità di nominare il giudice costituzionale ». © RIPRODUZIONE RISERVATA Nella notte l’annuncio del presidente, a pochi giorni dalla scomparsa di Ruth Bader Ginsburg Ora all’interno del massimo organo giudiziario saranno sei su nove i magistrati di nomina conservatrice La battaglia in Senato per la conferma si profila aspra ma scontata: inevitabile il riverbero sul voto Martedì il faccia a faccia in tv tra Biden e il repubblicano La giudice Amy Coney Barrett è nata a New Orleans 48 anni fa
(Avvenire)