Descalzi: “Sempre più concreto il nostro impegno nello sviluppo di tecnologie che avranno un ruolo chiave nel processo di decarbonizzazione”
“Un centro ricerche tutto realizzato in Italia, con una collaborazione con l’Università di Torino che è iniziata negli anni Ottanta e che negli ultimi sei anni è diventata molto importante e molto proficua”. Così l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, che oggi con la presidente Eni Lucia Calvosa e il ministro dell’Università Gaetano Manfredi ha inaugurato all’Energy Center del Politecnico di Torino il laboratorio di ricerca congiunto “More” – Marine Offshore Renewable Energy Lab, dedicato all’energia del mare, che rappresenta la più grande fonte energetica rinnovabile al mondo. Si stima, infatti, che le onde potrebbero sviluppare una potenza lungo le coste terrestri, a livello globale, pari a 2 TeraWatt, circa 18 mila miliardi di chilowattora all’anno, ossia quasi il fabbisogno annuale di energia elettrica del pianeta. Inoltre, l’energia da onde è prevedibile, più modulata delle altre fonti rinnovabili e più continua.
Dalle onde un’energia che può ‘sfamare’ il pianeta
Il laboratorio concretizza, dunque, ulteriormente la collaborazione tra Politecnico di Torino ed Eni, sancita a gennaio scorso con il rinnovo di un accordo di partnership che, come ha ricordato Descalzi, “copre circa 45-50 milioni di euro per i prossimi quattro anni” a cui si aggiunge un investimento di 2 milioni di euro per l’istituzione di una cattedra universitaria specifica sull’Energia del Mare, che avrà l’obiettivo di formare ingegneri specializzati nella progettazione, realizzazione e utilizzo delle nuove tecnologie che saranno sviluppate proprio nel laboratorio. Il More Lab permetterà di ampliare il campo d’azione congiunta allo studio di tutte le fonti di energia marina, andando a investigare non solo il moto ondoso ma anche l’eolico e solare offshore, le correnti oceaniche e di marea e il gradiente salino. Il laboratorio vede anche l’integrazione con il Marine Virtual Lab presso il centro di supercalcolo HPC5 a Ferrara Erbognone e l’area di test a mare aperta a Ravenna, dove si sta valutando la fase “pre-prototipale” del convertitore di moto ondoso “ISWEC” (Inertial Sea Wave Energy Converter”, il primo impianto al mondo di generazione elettrica-ibrida e distribuita da moto ondoso e fotovoltaico.
“In un settore come quello dell’energia rinnovabile e della sostenibilità, lo sviluppo di soluzioni innovative e realizzate in stretta collaborazione con il mondo industriale – quindi pronte per essere impiegate sul mercato – è quanto mai centrale per il nostro Ateneo”, ha commentato il Rettore del Politecnico Guido Saracco. “I laboratori e i progetti di ricerca e innovazione sviluppati con Eni nei MORE Lab – ha aggiunto – saranno cruciali nei prossimi anni per contribuire in modo significativo a trovare soluzioni per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni che l’Europa si è data”.
Coinvolti circa 50 ricercatori
La struttura torinese farà rete anche con il sito di test del Politecnico a Pantelleria, dove vengono testati altri aspetti della stessa tecnologia, in un ecosistema come quello isolano che mira all’autonomia energetica. “L’energia da moto ondoso ha una prospettiva soprattutto in un paese come l’Italia che è una penisola” ha spiegato Descalzi, aggiungendo che “l’impegno di Eni nello sviluppo di tecnologie che avranno un ruolo chiave nel processo di decarbonizzazione diventa sempre più concreto grazie al lavoro di ricerca condotto insieme al Politecnico di Torino nei More Lab, che ci permetterà di ottimizzare le tecnologie per renderle sempre più efficienti, competitive e accelerare il processo di industrializzazione delle energie marine”. Saranno circa 50 i ricercatori coinvolti, tra personale di ruolo e dottorandi un/tesisti del Politecnico, con cui Eni si interfaccerà. Il Centro, inoltre, avrà a disposizione una vasca di prova navale e dei laboratori all’avanguardia per lo sviluppo e dry test dei prototipi e un centro di calcolo ad alte prestazioni.
(Agi)