Mentre aumentano i contagi, continuano a mancare i banchi e, soprattutto, i docenti. A poco più di due settimane dall’avvio delle lezioni, nelle scuole del Lazio si registrano ancora tante criticità. Ed è la paura a farla da padrona. Per avere contezza del numero complessivo di istituti toccati dal virus, occorre attendere gli esiti di un monitoraggio che dagli uffici scolastici regionali è passato in mano al Ministero dell’Istruzione.
Intanto, però, si moltiplicano i casi. Ultimo è il liceo classico Bertrand Russell, vicino alla fermata metro Ponte Lungo: qui sono 16 i casi di positività accertati. “Uno in una classe quarta e due in una classe quinta nella sede di via Tuscolana e 12 in una classe quarta nella sede di via La Spezia, a cui si aggiunge un collaboratore scolastico, sempre presso la sede di via La Spezia”, si legge sul sito dell’istituto. Proprio qui domani, a partire dalle 9, la Asl Roma 2 si occuperà dello screening (su base volontaria) di studenti, docenti e personale Ata. Ma la situazione, intanto, fa paura: il timore è che gli studenti si siano riuniti in casa per una festa.
Ed è legato all’aumento dei contagi, e la paura generata da esso, anche l’altissimo numero di docenti in graduatoria che rifiutano di accettare gli incarichi, lasciando ancora scoperta la voragine di 7000 prof che a inizio anno si registrava nel Lazio. “Uno su due non accetta supplenze annuali – spiega Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico regionale – ed è ancora più critica la situazione rispetto all’organico integrativo Covid [per cui è previsto il licenziamento in caso di sospensione delle attività scolastiche, ndr], qui il tasso di accettazione è solo del 10%”.
Il motivo è presto detto. Tra i docenti in lizza per le scuole del Lazio c’è una forte incidenza di persone provenienti da altre regioni, in particolare Campania, dunque pendolari: a fronte anche di contratti annuali in scuole fuori regione, si tende a scegliere supplenze brevi più vicino casa. “Tanti rifiutano perché non vogliono affrontare lunghi tragitti nei mezzi pubblici – continua Pinneri – ma speriamo che per la prossima settimana si riesca a colmare il buco”.
Anche perché finché gli organici nelle scuole non saranno al completo, i docenti già assegnati devono coprire più classi, con conseguente diminuzione dell’orario (quasi nessuna scuola ad oggi riesce ad assicurare il tempo pieno), e maggiore promiscuità nei contatti, con potenziale aumento del numero di persone da mettere in quarantena in caso di contagio.
Intanto, dal commissario Arcuri non giungono aggiornamenti sulle consegne di monoposto. “Non conosciamo le tempistiche né abbiamo i dati su quanti banchi siano effettivamente stati consegnati e quanti ne manchino. Vengo informato dalle singole scuole che li ricevono e avviene sempre a sorpresa” spiega Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico regionale. Secondo un sondaggio realizzato dalla Rete degli studenti medi di Roma le scuole ad utilizzare i monoposto in questo momento sono solo il 54%. E quelli che arrivano, vengono consegnati a scaglioni, non sempre in numero sufficiente.
E’ il caso dell’Ic Regina Elena: “Da me è attivata solo una parte dei banchi”, dice la preside Rossella Sonnino. Le fa eco Flavio Di Silvestre, preside degli Ic Rosetta Rossi e Stefanelli: “Sono arrivate 80 sedute innovative ma ancora nessun banco”. Al Mamiani si attendono sia quelli del Governo che quelli della Città Metropolitana (quest’ultima dichiara che le consegne saranno ultimate tra questa e la prossima settimana) e in attesa, si fa lezione su sedie con ribaltina. “Non sono il massimo, ma non ci diamo per vinti”, ammette la preside Tiziana Sallusti.
Meglio di niente: continuano ad essere numerose le aule – soprattutto tra gli istituti superiori – ad essere state allestite con sole sedie. E così, tra tanti disagi, ci si ingegna: al Socrate gli studenti possono portare da casa un piano d’appoggio da mettere sulle ginocchia, vale lo stesso per il Visconti, dove c’è chi porta vassoi con imbottitura per stare più comodo.
Idem per l’Albertelli. “Il preside ha invitato i professori a essere tolleranti, evitando di far portare libri agli studenti ed evitando i compiti in classe per il primo periodo – spiegano alcuni studenti del liceo davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore – solitamente abbiamo le foto delle pagine sul telefono o le proiettiamo sulla Lim. Prendere appunti è scomodissimo, e ogni volta che ci sporgiamo per prendere appunti sulle gambe rischiamo di annullare il metro di distanza”.
Soluzioni ingegnose ma scomode. “Nessuna scuola ha ricevuto dal mio ufficio l’indicazione di fare a meno dei banchi – precisa il direttore Pinneri – è stata una decisione autonoma. In caso di assenza di monoposto, ho proposto tre opzioni: continuare ad utilizzare i banchi biposto per due studenti ma con obbligo di mascherina, attuare la disposizione ‘cubana’, oppure unire i biposto così da creare lunghe file, disponendo uno studente al centro di ogni banco. I presidi che hanno deciso di eliminare i banchi mi hanno detto di aver preso la decisione in accordo con gli studenti”.
(La Repubblica)