Pubblichiamo una nota di Daniele Torquati,
Ieri al Tg1 il servizio sulla #CasaRifugio
Nel 2014, quando eravamo alla guida del Municipio XV, con la Giunta, i Consiglieri e le Consigliere, il Dipartimento Pari Opportunità di #RomaCapitale e la #RegioneLazio prendemmo una bella decisione: l’utilizzo e la finalità di un appartamento sulla #Cassia sequestrato alla criminalità organizzata.
Fu un momento “alto”: avevamo deciso di accogliere in quel luogo donne vittime di violenza e i loro figli. Accogliere la famiglia, nella sua fragilità e nel dono prezioso che rappresenta.
Si poteva fare. Si doveva fare.
Eravamo orgogliosi della scelta fatta e anche del finanziamento ottenuto.
Sin da subito iniziarono le prime timide proteste. Rispondemmo con cortesia, ma con fermezza: un luogo tolto alla criminalità organizzata ritrovava valore nel sorriso e nella vita ritrovata di nuclei familiari vittime di violenza. Senza rendere nota la questione alla stampa e mantenendo il giusto riserbo per la natura stessa del progetto, a quelle timide proteste spiegammo le ragioni di questa scelta.
Dopo sei anni, è tutto pronto. O forse “era tutto pronto”. Fino al 2017, anno in cui il condominio in questione produsse ben due diffide indirizzate a Comune e Regione rappresentando il fatto che l’immobile fosse inidoneo ad ospitare una casa rifugio.
Oggi, risolta la diffida, l’Associazione Telefono Rosa – vincitrice di tale progetto – ha deciso di rendere pubblica la vicenda.
Noi andremo avanti. Con l’associazione. Con le Istituzioni. Per le donne e i bambini vittime di violenza.
Ma non perché sia il “nostro” progetto, ma perché la Politica – tra una scelta giusta e una scelta di opportunità – deve rimanenere salda nella scelta giusta.
Varrebbe la pena rivincere il #MunicipioXV anche solo per inaugurare la #Casa #Rifiugio.