17 Luglio, 2024
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M5S, Di Battista verso lo strappo: “Qualcuno teme che io diventi capo politico.

 L’alleanza col Pd è la morte nera”

Un nuovo attacco ai vertici del Movimento. Parole durissime che hanno quasi il sapore di uno strappo. Alessandro Di Battista parla in un’intervista registrata a Piazzapulita. Parla di un indebolimento dei 5Stelle. Sostiene che “così facendo si andrà verso una direzione di indebolimento del Movimento 5 Stelle e si diventerà un partito più come l’Udeur, buono forse più per la gestione di poltrone…”. E definisce l’alleanza strutturale con il Pd “la morte nera”. Poi, l’accusa più dura: “Ci sono persone – dice – che spingono per la leadership collegiale perché c’è il pericolo che il capo diventi io, la verità è questa”.

Un attacco che sembra quasi puntare a destabilizzare il Movimento e che arriva a meno di dieci giorni di distanza dal suo ultimo e pesantissimo sfogo, esternato in occasione della debàcle dei grillini alle ultime elezioni regionali. “La più grande sconfitta nella storia del Movimento”, aveva dichiarato il 22 settembre in diretta Facebook Di Battista.

E oggi, nell’intervista rilasciata a PiazzaPulita (di cui al momento è disponibile solo una breve anticipazione di 42 secondi pubblicata dalla trasmissione su Twitter) Di Battista rincara la dose parlando di un ormai certo “indebolimento” del Movimento. Sembra l’anticamera di una possibile scissione.

Di Battista esordisce nell’intervista sostenendo di essere sempre stato “accusato di parlare troppo o troppo poco”. Ma, precisa, quando parla e accusa lo fa perché “voglio bene al Movimento, credo a un progetto. E penso che l’alleanza strutturale con il Partito democratico per noi sia la morte nera. Ho l’impressione che si facciano alleanze perché altrimenti vincono gli altri”. Non risparmia le accuse, anzi, ne aggiunge. “I risultati del Movimento in queste coalizioni non mi sembrano eccezionali”.

E per il futuro, per le prossime elezioni politiche?  “Ho progetti da presentare al Movimento – dice – servizio ambientale, car sharing nazionale, sanità, acqua e trasporti pubblici, intervento diretto dello Stato nell’economia ma anche impresa privata a partire dalle pmi. Creiamo quest’identità e alle prossime le elezioni si deciderà che cosa fare”. Ma, avverte Di Battista, “se andiamo col Pd tanto per andare, gli italiani penseranno che siamo la stessa cosa dei dem e alla fine voteranno l’originale”.

Tornando all’indebolimento dei 5 Stelle, Dibba ribadisce che “non è questo quello per cui ho combattuto”, ma a chi lo accusa di volere il posto da leader, replica: “Non devo fare per forza carriera politica altrimenti mi allineerei e vivrei più sereno”. Quello che vorrebbe, sostiene, è “dare una mano al Movimento”, lottare “contro l’establishment.  Me la prendo con i conflitti di interessi – prosegue – con gli editori impuri, ma sembra che sia rimasto solo io a fare determinate battaglie, quasi in solitudine, mentre il Movimento va in un’altra direzione”. Quasi un’ammissione della sensazione di sentirsi ormai fuori posto, lontano da pentastellati che non riconosce più come compagni di battaglia.

Ma Di Battista contesta anche le ipotesi che si stanno facendo in questi giorni, tra deputati e senatori grillini, per il futuro del Movimento. Crimi ha invocato nei giorni scorsi la necessità di decisioni più collegiali. E la base sembra essere d’accordo. Di Battista, però, non crede sia la strada giusta. “Il problema principale del Movimento – chiarisce – è l’identità”, l’idea che “si può ricostruire solo in maniera collegiale, permettendo agli iscritti di potersi esprimere per trovare una linea. Prima definiamo l’agenda politica, poi decidiamo e troviamo la migliore strategia possibile”.

Ma perché invece il Movimento è favorevole a una collegialità delle decisioni? “Ci sono persone – accusa DI Battista – che spingono per la leadership collegiale perché c’è il pericolo che il capo diventi io, la verità è questa”.

Il nuovo statuto

Intanto, tra i pentastellati lo strappo con Davide Casaleggio appare sempre più evidente. I deputati 5S lavorano al nuovo regolamento di cui dotarsi (lo statuto del gruppo parlamentare) per sostituire quello tutt’ora in vigore. L’elemento che emerge con più forza, come riferito dall’Adnkronos, è che sparisce ogni riferimento a Rousseau, menzionato all’articolo 2 e all’articolo 17 dello statuto attuale. Nella bozza si fa invece accenno al blogdellestelle, ma si decreta la fine del suo monopolio.

Nel vecchio regolamento, invece, all’articolo 2 venivano riconosciuti come “strumenti ufficiali per la divulgazione delle informazioni” il blogdellestelle.it e il dominio Rouss.movimento5stelle.it, entrambi riconducibili a Davide Casaleggio, che ne risulta essere amministratore. Ora, invece, nel nuovo statuto Rousseau non viene  menzionato, mentre viene precisato che il “gruppo individua come strumenti ufficiali per la divulgazione delle informazioni i canali del Movimento 5 Stelle e altri che riterrà di adottare con propria delibera assembleare con maggioranza assoluta. Altresì il gruppo potrà utilizzare gli stessi canali sopraindicati per la condivisione delle indicazioni politiche e i contributi partecipativi dei cittadini”.

(La Repubblica)

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