Dopo la rottura su Rousseau e gli affondi di Di Battista, si ridisegnano gli equilibri nel Movimento in vista degli Stati generali
Rousseau e gli affondi di Alessandro Di Battista. Sono i due ultimi fronti, in ordine di tempo, che si sono aperti in un già ‘travagliato’ Movimento 5 stelle, che si prepara all’assise degli Stati generali con non poche divisioni interne.
Dopo l’annuncio fatto ieri dall’Associazione sul taglio di alcuni servizi e l’annullamento delle iniziative in programma, costretta a stringere i cordoni a causa di una situazione economica non florida, non è stato gradito da tutti il richiamo-appello ‘a chi di dovere’ a far rispettare i versamenti di 300 euro da parte dei parlamentari morosi. Secondo indiscrezioni sempre più consistenti, ad esempio, un gruppo di deputati e senatori avrebbe intenzione di promuovere una raccolta firme per invitare il capo politico Vito Crimi a sedersi al tavolo con Davide Casaleggio affinché quest’ultimo diventi un semplice fornitore di servizi, in modo che la piattaforma web torni definitivamente al Movimento.
Altra spina nel fianco le ripetute bordate di Di Battista, tornato a pieno titolo sulla scena. Dopo aver paragonato il Movimento 5 stelle all’Udeur, ieri l’ex deputato ha detto chiaramente che potrebbe andarsene, svelando anche che il suo ingresso al governo sarebbe stato ostacolato dal Pd.
Al suo fianco si è schierata Barbara Lezzi, e c’è chi non esclude che in Parlamento sotto traccia si stia lavorando ad un’area con ‘Dibba’ punto di riferimento, mentre sullo sfondo resta lo ‘spettro’ di una spaccatura. Ma, almeno al momento, risultano essere più numerose le prese di distanza dal ‘picconatore’: da Luigi Di Maio a Gincarlo Cancelleri fino a Roberta Lombardi e Carlo Sibilia sono state diverse in queste ore le reazioni di irritazione. Sulla scena, poi, c’è anche Roberto Fico, che in questi anni si era tenuto un pò defilato sul fronte più prettamente politico vista la carica istituzionale ricoperta.
Da alcuni giorni, invece, il presidente della Camera ha fatto sentire forte la sua voce, sia sul rischio scissione, dicendosi convinto che non ci sarà, fino alla futura governance, che preferirebbe collegiale. E oggi la terza carica dello Stato sembra rivolgersi a Di Battista quando invita a una discussione tranquilla. “Non sono preoccupato per il monimento. Ognuno può esprimere le proprie opinioni. L’importante è dibattere. Il movimento è importante; ma poi rispetto al Paese, alle problematiche e al fatto che stiamo vivendo e gestendo una pandemia, passano in secondo piano. Va bene discutere ma in tranquillità – insiste – perché c’è anche il Paese da portare avanti.
In ultimo, Fico è intervenuto anche sulla questione Rousseau: “Per ora c’è Rousseau e si fanno le cose su Rousseau”. Insomma, “io non mi focalizzerei su Rousseau, ma sul dibattito interno e sull’organizzazione generale del Movimento. È di quello che si deve discutere”, taglia corto.
Dunque, al momento, la ‘galassia’ M5s appare alquanto variegata. Il fronte più numeroso resta quello dei cosiddetti ‘Governisti’,
l’ala che racchiude al suo interno diverse anime, accomunate dalla convinzione che il governo debba andare avanti, compresa l’alleanza con i dem. Di questa area fanno parte Luigi Di Maio e i ‘dimaiani’, come Alfonso Bonafede, Sergio Costa, Laura Azzolina, Laura Castelli, Giancarlo Cancelleri, Luigi Iovino, Francesco D’Uva, Anna Macina.
Non di strettissima fede ‘dimaiana’ ci sono poi al governo Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone. In questa galassia gravitano anche i fedelissimi di Grillo. C’è poi “Parole Guerriere”, un’area in cui si muovono Giuseppe Brescia, Dalila Nesci, Carlo Sibilia. Infine, sempre tra i governisti si possono annoverare lo stesso Fico e i parlamentari che a lui fanno riferimento, tra cui lo stesso Brescia e Federico D’Incà. Sul fronte opposto i cosiddetti ‘Puristi’, che mal digeriscono l’alleanza con il Pd: tra gli esponenti di spicco figura Alessandro Di Battista.
(Agi)