27 Novembre, 2024
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Alluvione, Limone tra macerie e voragini conta i danni

“Acqua alta tre metri, mai visto nulla di simile”

La strada principale di Limone Piemonte stanotte era un fiume in piena, un fiume che correva parallelo a quello vero, il Vermenagna, che da ieri pomeriggio si è ingrossato sempre di più accogliendo le acque di numerosi corsi d’acqua della zona che solitamente sono poco più che rigagnoli, e che invece ieri per le grandi piogge si sono trasformati. Una casa è crollata inclinandosi proprio in mezzo al fiume: era ancora in costruzione, non era abitata.

Per questo a Limone ora si contano i danni ma tra i residenti della località sciistica cuneese, al confine con la Francia, non ci sono feriti. “Hanno iniziato a metterci in allarme alle quattro del pomeriggio, abbiamo tolto le auto dal garage anche se non tutti sono riusciti. Poi l’acqua è salita e ha toccato livelli impressionanti ,anche 3 metri ”,racconta Mirella Audisio mentre spala il fango. Pochi turisti, 800 residenti, tutti oggi sono all’opera per dare un aiuto.

A Limone Piemonte ci sono case isolate, famiglie che non riescono a ricongiungersi. Come quella di Alessia Vallarino, ligure di nascita milanese per lavoro e da ottobre trasferita a limone con la famiglia. “Sono dovuta tornare a Milano per due giorni per lavorare – dice con la voce rotta dall’angoscia – Ho lasciato i bimbi piccoli con il nonno e una babysitter. Spero che mi facciano salire da loro al più presto assieme ai mezzi di soccorso o che altrimenti li facciano evacuare”.

Le strade sono una groviera di voragini, alcune profonde e larghe un paio di metri. Oltre ai pezzi di strada che sono già franati, la preoccupazione è per quanto l’acqua abbia potuto erodere nel sottosuolo, ed è per questo che fin dal primo mattino e squadre della Protezione civile, dei vigili del fuoco e dell’Anas sono all’opera per valutare la stabilità delle strade che circondano Linone, che continua ad essere isolata.

“La situazione è catastrofica, sono esondati rii e torrenti, cancellando strade e facendo crollare una palazzina in corso di ristrutturazione.

Vie dissestate, la celebre strada romana non c’è più. Acqua e fango hanno invaso la statale del colle di Tenda – dice il sindaco di Limone, Massimo Riberi – Ci sono problemi soprattutto per la viabilità, visto che si avvicina la stagione invernale. Un fatto così non era mai successo, ci ha messo in ginocchio ma siamo uomini di montagna e riusciremo a farcela, anche questa volta”. In città ci sono 33 sfollati da case vicine ai torrenti esondati e sono arrivati alcuni cingolati per cercare di rimettere a posto il letto del torrente Vermenagna, esondato ieri sera. Manca l’acqua potabile e quasi tutto il paese è senza luce elettrica. In paese sono arrivati anche volontari della protezione civile e personale dei vigili del fuoco da Cuneo e Torino.

Si teme per la vita di un margaro cuneese che risulta disperso da ieri sera sul versante francese del Tenda. Il pastore si trovava assieme al fratello sui monti quando è stato sorpreso dal maltempo. Il fratello è riuscito a trovare riparo all’interno della galleria del Tenda, dove è stato portato in salvo dalle squadre dei vigili del fuoco di Cuneo, che lo hanno riportato in Italia. Ma del margaro si sono perse le tracce.

Il risveglio più angosciante è stato quello di Enrico Barcollo, che quattro anni fa ha perso casa e lavoro nel terremoto di Amatrice. Ristoratore, ha accolto l’invito del proprietario di un agriturismo a Limone Piemonte, che offriva in gestione gratuitamente per il primo anno la sua struttura agli sfollati del centro Italia. Enrico così si è trasferito con la moglie e le due bambine e da tre anni e mezzo questo posto sui monti è diventata la sua casa.

“Stamattina vedere tutti i mezzi di soccorso andare avanti e indietro – racconta ancora Barcollo – è stato come fare un salto nel passato, a quella mattina di quattro anni fa.

Il nostro ristorante e salvo, ma tutto attorno le strade sono distrutte. Vedo gente disperata perché qui non è mai accaduto nulla di simile. Certo quello che vedo io non è paragonabile a quello che ho visto ad amatrice, dove sono morte 200 persone. Però la sensazione è stata la stessa, così come le telefonate incessanti di parenti e amici che ci chiedono come stiamo. Tutto come quattro anni fa”.

Nella località turistica del Cuneese fino a mezzogiorno c’era anche un forte odore di gas poiché le frane hanno rotto parecchie tubature. I tecnici dell’Italgas hanno dovuto chiudere tutte le tubature, per evitare pericoli per la popolazione e il gas tornerà solo quando tutta la rete sarà messa in sicurezza. La piena dei fiumi ha anche travolto tralicci e pali della luce. Per questo metà delle abitazioni è senza corrente. “Noi ce l’abbiamo ed è per questo che abbiamo aperto, per dare un conforto anche ai soccorritori”, dicono al bar Perugina.

Proprio di fronte, l’hotel Fiocco di neve si trova a gestire i turisti, soprattutto francesi, che erano venuti per fare escursioni. “Chi è arrivato prima delle quattro a preso la camera per il fine settimana ma è rimasto bloccato in albergo. Chi doveva arrivare dopo non e riuscito a raggiungerci. Si tratta di una situazione preoccupante anche perché stavamo appena iniziando a risollevare la testa dopo il Covid”, spiega Giovanni Mingolla, direttore della struttura.

La strada verso il Tenda è ancora un fiume in piena. Si dispera Maria Franca Soffiaturo: “Là sotto c’è la mia macchina, è da buttare – dice indicando il garage interrato – L’acqua ha iniziato a salire in fretta e non c’è più stato tempo per toglierla, avevo paura di restare intrappolata”.

(La Repubblica)

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