«”Fratelli tutti”, scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo». È l’incipit della nuova enciclica di papa Francesco, «Fratelli tutti», sulla fraternità e l’amicizia sociale, firmata dal Pontefice ieri ad Assisi e diffusa oggi, nella festa di San Francesco. «Questo Santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia – scrive il Papa nell’introduzione, cui seguono otto capitoli – che mi ha ispirato a scrivere l’Enciclica Laudato sì, nuovamente mi motiva a dedicare questa nuova Enciclica alla fraternità e all’amicizia sociale. Infatti San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi».
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«Se tutto è connesso, è difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtà, pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciò che esiste». Lo afferma papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti” a proposito della pandemia da Coronavirus. «Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino – aggiunge – e neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. È la realtà stessa che geme e si ribella. Viene alla mente il celebre verso del poeta Virgilio che evoca le lacrimevoli vicende umane».
«Le questioni legate alla fraternità e all’amicizia sociale sono sempre state tra le mie preoccupazioni – spiega il Pontefice – negli ultimi anni ho fatto riferimento ad esse più volte e in diversi luoghi. Ho voluto raccogliere in questa Enciclica molti di tali interventi collocandoli in un contesto più ampio di riflessione». Inoltre, «se nella redazione della Laudato sì ho avuto una fonte di ispirazione nel mio fratello Bartolomeo, il Patriarca ortodosso che ha proposto con molta forza la cura del creato, in questo caso mi sono sentito stimolato in modo speciale dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, con il quale mi sono incontrato ad Abu Dhabi per ricordare che Dio “ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignita”, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di lorò».
«Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa evidente l’incapacità di agire insieme», aggiunge Francesco: «Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità»
(Il Mattino)