Riceviamo, e pubblichiamo, una dichiarazione di Enrico Stronati
Terminato lo spoglio, spente le luci, si fanno le prime analisi del voto. Come me, credo, altri avranno fatto. Ho deciso di rendere pubbliche le mie considerazioni oggi stesso che è il giorno in cui “ufficialmente” verrà dichiarato Sindaco Angelo Pizzigallo e, quindi, prima che la sua amministrazione inizi, perché desidero che questo mio pensiero sia scevro dai condizionamenti di quello che sarà l’operato della sua squadra.
Non è, quindi, un giudizio, non potrebbe assolutamente esserlo.
43 voti di differenza (Michele ha recuperato 1000 voti rispetto al primo turno, Angelo ne ha racimolati 500, segno evidente che la nostra campagna elettorale ha fatto la sua parte) sono pochissimi, sarebbero bastate 22 persone che invece di votare Pizzigallo avessero votato Cardone e il risultato sarebbe stato opposto. Ma si vince o si perde anche per un solo voto. A noi il compito di valutare perché non siamo riusciti a convincere quelle “22 persone”.
Ma è altrettanto inequivocabile che l’esiguità del divario numerico impone una riflessione sulle responsabilità di chi non ha scelto.
Se Angelo e la sua squadra faranno bene (cosa che mi auguro per tutti noi), chi non ha scelto avrà il merito di aver scelto bene. Se, invece, Angelo e la sua squadra dovessero fallire, chi non ha scelto avrà il demerito di aver scelto male.
Ci sono vari modi per “non scegliere”.
Molti hanno scelto di non andare a votare, più o meno 2000 persone rispetto al primo turno, di fatto ha votato solo il 54,2% degli aventi diritto. Un numero cospicuo (dai dati rilevati ma ancora non ufficiali circa 300) ha scelto di annullare il voto o di consegnare la scheda bianca (in numero residuale). Annullamento che in alcuni casi è stato dovuto a errori di voto (anche questo in numero residuale) ma in molti casi (solo nel mio seggio 4) perché l’elettore ha scelto di dichiarare fedeltà a uno dei candidati Sindaco escluso al primo turno.
E’ la bellezza della libertà di voto che, fortunatamente, ancora possiamo vantare come diritto. Quindi, tutto legittimo.
Leggo, però, in giro sui social-network, varie interpretazioni su quanto accaduto, alcune scritte da chi ha vinto e, perciò, comprensibilmente influenzate dalla gioia del risultato, le comprendo e le accetto. Altre scritte da chi, per contro, gioisce per la nostra sconfitta. In merito a queste ultime ricevo messaggi di amici, elettori, sostenitori e simpatizzanti che m’invitano a una replica che, invece, non fornirò perché – anche in questo caso – si tratta di una scelta che abbiamo fatto e che io ho convintamente condiviso: non rispondere se non ne vale la pena (o se si prova pena per l’autore, valutate voi).
Ritengo, però, di dovere rappresentare qui una semplice considerazione sulla “scelta elettorale” di chi è autore di quei post.
Chi si esprime manifestando gioia per la vittoria del centrodestra è – probabilmente – un elettore che ha votato Pizzigallo. Ci sta, hanno vinto, seppur vero che esistono modi e modi per esternare la propria soddisfazione, ma non sono lo stile e la classe che intendo commentare.
Chi si esprime manifestando gioia per la nostra sconfitta può essere (con scarsa probabilità) un elettore che ha votato Pizzigallo oppure può essere (con molta probabilità) uno che “ha scelto di non scegliere”. In entrambi i casi costui sbaglia perché la sua scelta non è causa della nostra sconfitta, ma della vittoria del centrodestra (FI, Lega, FdI, Casapound, ndr).
Qualcuno potrà obiettare replicando “ma è la stessa cosa”. No, non lo è. Perché inquadrare il risultato da un punto di vista diverso è utile solo a fuggire dalla responsabilità di aver comunque operato una scelta precisa e determinante, come sancito dai numeri: quella di non scegliere.
Ed è ora che ognuno si assuma le sue responsabilità – nel bene o nel male, questo ce lo dirà il tempo – senza vergognarsene perché, diversamente, sarebbe ancor più miserevole di quanto sia la decisione di gioire della sconfitta altrui che Arthur Schopenhauer definiva “segno infallibile di un cuore malvagio e di profonda indegnità morale”.
Ad Angelo Pizzigallo, i suoi consiglieri e i suoi futuri assessori, i miei più sinceri auguri di buon lavoro. Lavorerò dai banchi dell’opposizione, fornirò il mio contributo quando possibile o un’attenta e trasparente opposizione quando necessaria. Farò quello che ho sempre fatto per il bene del mio amato paese.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato e sostenuto in questi due mesi, non li elenco per brevità. E grazie a mio papà per avermi insegnato quei valori fondamentali che ancora oggi mi permettono di scegliere con dignità da che parte stare.
A presto.
Enrico Stronati
Sinistra in Comune