27 Dicembre, 2024
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Gualtieri chiede un “patto sociale” con i cittadini per la riforma del fisco

Il ministro: “Realizzeremo il motto ‘pagare meno, pagare tutti’. Da oggi operativi i decreti sul superbonus al 110%. Le novità contenute nel Nadef 

Un cambio di passo per il rilancio del Paese e un patto sociale con i cittadini che premi la fedeltà fiscale e contributiva delle imprese e dei lavoratori con un taglio delle tasse in tre anni. È questo in sintesi il senso della strategia delineata nella Nota di aggiornamento al Def, varata ieri dal Consiglio dei ministri e illustrata dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha ribadito l’opportunità “unica” e “storica” offerta dal Recovery fund, grazie al quale il governo potrà mettere in campo un’espansione di bilancio da 36 miliardi il prossimo anno, di cui circa 22 in deficit e 14 miliardi di risorse Ue, accompagnata da un sentiero credibile di discesa del debito.

Il documento mette nero su bianco una caduta del Pil del 9% nel 2020, una stima “prudente” che, secondo il titolare dell’Economia, potrebbe essere però alla fine rivista perché il rimbalzo del terzo trimestre, superiore al 13% secondo le stime del governo, e un andamento migliore delle attese del quarto trimestre, potrebbero consentire di chiudere l’anno con una contrazione più contenuta. Di fatto, però, in base al quadro delineato nella Nadef, il Pil tornerà ai livelli pre-Covid nel 2022. Una delle principali direttrici dell’azione di governo sarà il fisco.

Nuovo fondo per il taglio delle tasse

Arriverà un nuovo fondo per il taglio delle tasse con un meccanismo diverso rispetto al Fondo per la riduzione della pressione fiscale già esistente. Il fondo sarà alimentato “con i proventi delle maggiori entrate legate all’aumento della compliance fiscale che verranno successivamente restituiti, in tutto o in parte, ai contribuenti sotto forma di riduzione del prelievo”. La riforma del fisco, che verrà costruita nel corso del prossimo triennio, “sarà disegnata in maniera coerente con la legge delega in materia di assegno unico (che avrebbe una dota di 6 miliardi in manovra), anche per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro e aumentare la crescita demografica”.

“Vogliamo modificare il sistema e avere un fondo in cui confluisce la migliore ‘compliance’ fiscale – ha spiegato il ministro in una lunga conferenza stampa – destinando una componente significativa alla riduzione delle imposte e delineando uno specie di grande patto sociale con i cittadini: quanto più ci sarà uno sforzo comune di adesioni alle iniziative del governo sui pagamenti elettronici per affrontare questo grande problema che l’Italia si porta avanti da anni, ovvero una cifra ‘monstre’ di evasione fiscale insostenibile, tanto più in modo misurabile e percepibile la nostra riforma fiscale potrà essere ambiziosa nel senso di una riduzione del carico fiscale su chi lavora e produce”.

Da Recovery due per cento del Pil 2021

Secondo le stime dell’esecutivo, la prossima legge di bilancio e le sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility “avranno un valore complessivo pari a circa il due per cento del Pil nel 2021”, ovvero circa 35 miliardi di euro. E questo darà una spinta alla crescita con un rimbalzo del 6% il prossimo anno. Tuttavia e’ un quadro, quello fotografato nella Nadef, su cui pesa l’incognita dello scenario avverso legato all’evoluzione dell’epidemia Covid, con un sensibile aggravio della ripresa dei contagi e un aumento dei ricoveri ospedalieri, che indurrebbe il governo a reintrodurre “misure precauzionali”, (non più “chiusure selettive” come paventava una prima versione del documento ) peraltro meno drastiche che nella scorsa primavera.

Uno scenario che determinerebbe una caduta del Pil del 10,5% nell’anno in corso con una crescita che si fermerebbe all’1,8% il prossimo anno. Ipotesi che, ha tuttavia sottolineato Gualtieri, “ci appare assolutamente meno probabile dell’attuale”. Il ministro ha quindi rivendicato l’azione condotta dal governo che ha messo in campo una combinazione di misure di politica sanitaria e di politica economica che “si e’ rivelata, ad oggi, tra le migliori” a livello internazionale, tanto che a fronte del crollo del Pil l’occupazione e’ prevista ridursi di meno del 2%.

E ha rassicurato ancora una volta: “Lo Stato italiano non ha nessun tipo di problema di liquidità, ha pieno accesso ai mercati e dispone di tutte le risorse necessarie”. “Siamo ai minimi dello spread – ha osservato – non scontiamo una riduzione ulteriore ma pensiamo che ci potrà essere e se ci sarà avremo spazi ulteriori di finanza pubblica nel corso degli anni”.

(Agi)

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