Il ministro della Salute annuncia nel nuovo Dpcm l’obbligo di mascherine in tutta Italia: “Alzare il livello di guardia, da 9 settimane trend contagi in crescita”
“L’Italia sta meglio di altri paesi europei, ma non dobbiamo farci nessuna illusione. I risultati non sono acquisiti, la sfida è aperta e tutto si mette in discussione ogni giorno. Per questo continueremo sulla linea della prudenza”. Così in aula alla Camera il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso delle comunicazioni sulle misure di contenimento del Covid contenute nel nuovo Dpcm che sarà approvato domani sera dal governo.
“L’Italia sta meglio in questo momento” rispetto a molti altri paesi europei, “insieme alla Germania è quello che sta reggendo meglio la seconda ondata ma non dobbiamo farci nessuna illusione – ha insistito Speranza – sarebbe profondamente sbagliato immaginare di esserne fuori”.
Obbligo mascherine all’aperto
Per questo, ha ammonito, “dobbiamo alzare il livello di guardia”. E per questo, il nuovo Dpcm conterrà l’estensione dell’obbligo delle mascherine anche all’aperto, in tutto il territorio italiano. “Nel Dpcm che ci accingiamo ad adottare – ha spiegato – valutiamo l’estensione dell’obbligo delle mascherine anche all’aperto. E diciamo con forza ai cittadini che dobbiamo fare uno sforzo in più perché in ogni situazione in cui c’è il rischio di incontrare persone non conviventi c’è la necessità di usarle. Dobbiamo continuare sulla linea della prudenza”.
“Lavoriamo per aumentare i livelli dei controlli – ha aggiunto – perché gli assembramenti sono un rischio reale che non possiamo permetterci. Dobbiamo ricordare le regole essenziali come il lavaggio delle mani, oltre all’uso delle mascherine e al distanziamento” cose che saranno contenute nel “Dpcm che approveremo nella giornata di domani. Sarebbe profondamente sbagliato – ha sottolineato – dividersi su queste che sono le indicazioni della comunità scientifica per provare a contrastare il virus”.
Da 9 settimane trend contagi in crescita
“C’e’ una fase di peggioramento oggettivo” ha detto ancora Speranza e anche se “l’Italia sta meglio” rispetto ad altri paesi “da 9 settimane c’è una tendenza alla crescita dei numeri”. Da qui, la valutazione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di prorogare lo stato di emergenza al 31 gennaio “è corrispondente alla situazione in cui si trova il paese“.
I dati segnalano una tendenza in crescita anche in terapia intensiva, “durante l’estate erano 30 ricoverati in terapia intensiva, ora sono 323”. E non sono incoraggianti neanche i dati sull’eta’ mediana dei contagiati che, “è scesa dai 70 anni di marzo ai 41 anni di oggi”.
Il ministro della Salute ha sottolineato che oggi “c’è una crescita diffusa, generalizzata, che tocca tutti i territori e quindi nessuna Regione può sentirsi fuori dai rischi che tutto il paese corre”; quindi “serve massima condivisione tra Stato e Regioni e un coordinamento più forte”.
Italia in prima linea su cure e vaccino
Speranza ha comunque rassicurato: “Se ne parla meno, rispetto ai vaccini, ma un lavoro importante si sta facendo anche sulle cure e l’Italia anche qui è in prima linea“. Certo, ha ammesso: “Per il vaccino servono dei mesi” e saranno “mesi di resistenza”
“La sicurezza sanitaria è la prima mattonella su cui costruire la ripartenza dell’Italia – ha poi voluto rimarcare Speranza – un Paese può essere veloce e rialzarsi anche dal punto di vista economico solo se è in grado di vincere la battaglia sanitaria, a cominciare dal potenziamento del suo Servizio sanitario così come stiamo facendo. C’è chi dice che con meno lacci si corre di più, ma questo non corrisponde alla realtà. Dobbiamo svincolarci da questa vulgata. La battaglia sanitaria è la premessa per la ripartenza economica del paese”.
Bene scuola e testing
Sul fronte della scuola, ha osservato il ministro, “è ancora presto per un giudizio definitivo ma i primi dati segnalano un impatto in questo momento basso, una buona capacità di tenuta e di questo voglio ringraziare tutta la comunità scolastica e in particolare gli insegnanti, i presidi, che stanno facendo un lavoro senza precedenti anche dentro questo lavoro di nuova connessione, a cui io credo molto, tra l’universo del Servizio sanitario nazionale e l’universo del sistema scolastico”.
“I casi ci sono e ci saranno ancora nelle prossime settimane – ha proseguito – verrano valutati e monitorati. Ma i protocolli individuati e approvati con il voto unanime delle Regioni sono solidi e, se rispettati con vigore, possono consentirci di vincere la partita”.
Soddisfatto anche sulla capacità di testing che, ha spiegato, “stiamo rafforzando: abbiamo superato i 120mila test al giorno” ha reso noto. “Oltre ai test molecolari classici – ha ricordato – abbiamo anche utilizzato da agosto i test antigenici a partire dagli aeroporti e questi test sono stati allargati anche fuori dagli aeroporti. Il mio auspicio – ha concluso – è che si possa arrivare al più presto all’utilizzo dei test salivari, che sono meno invasivi, soprattutto rispetto ai più piccoli”.
Appello a ritrovare spirito unitario di marzo
“Nei mesi piu’ difficili l’Italia ha dimostrato di essere un grande paese e penso che arrivi il tempo in cui dobbiamo dimostrarlo di nuovo” ha detto Speranza concludendo il suo intervento davanti all’emiciclo di Montecitorio. “Non saranno mesi facili – ha ammesso – saranno mesi di convivenza, mesi non facili, e noi dobbiamo riprendere dentro questi mesi lo spirito di unità, di comunità nazionale che ci ha guidato in quelle settimane di marzo e aprile quando questo paese ha saputo essere unito con il contributo di tutti”.
(Agi)