La Commissione Europea ha lanciato Digital Europe, un programma ambizioso che si propone di sviluppare le capacità digitali strategiche dell’UE e facilitare l’ampio utilizzo delle tecnologie digitali
Con la comunicazione “Digitising European Industry Reaping the full benefits of a Digital Single Market” (COM(2016) 180 final), la Commissione Europea ha stabilito quale priorità di sviluppo per l’Unione Europea il rafforzamento della competitività nell’ambito delle tecnologie digitali “per fare in modo che qualsiasi industria in Europa possa beneficiare appieno delle innovazioni digitali, indipendentemente dal settore in cui opera, dal luogo in cui si trova e dalle sue dimensioni”.
La Commissione Europea ha lanciato il programma Digital Europe, per spingere in accelerazione la ripresa e guidare la trasformazione digitale dell’Europa: un programma ambizioso che si propone di sviluppare le capacità digitali strategiche dell’UE e facilitare l’ampio utilizzo delle tecnologie digitali, che saranno utilizzate dai cittadini, dalle imprese e dalle pubbliche amministrazioni europee.
Nell’attuazione del programma, uno dei pilastri più importanti dello sforzo di digitalizzare l’industria europea è l’attività di sviluppo di una rete europea di Digital Innovation Hub (EDIH) – hub regionali dell’innovazione digitale che hanno il compito di stimolare la diffusione delle tecnologie digitali avanzate, in particolare nei tre settori chiave dell’intelligenza artificiale, del calcolo ad alte prestazioni (High Performance Computing – HPC) e della cybersicurezza.
La Commissione propone di investire tra i 500.000 e 1 milione di euro all’anno per ogni Hub che, sommato al contributo degli Stati Membri e delle Regioni (che sarà un pari ammontare di cofinanziamento nazionale/regionale utilizzando anche le risorse FESR – Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale), dovrebbe consentire di arrivare ad un investimento tra 1 e 2 milioni di euro all’anno per ciascun EDIH. Si prevede che il supporto finanziario agli EDIH nell’ambito del programma Digital Europe duri dai 3 ai 7 anni e che, dopo la fine del grant, l’Hub sia in grado di continuare ad assistere imprese e organizzazioni del settore pubblico con le capacità e le infrastrutture consolidate in questi primi anni di attività.
Lo scorso 10 settembre ha avuto via la pre-selezione italiana del MiSE, con la possibilità di candidarsi fino al 24 settembre. Decine le candidature italiane (che possono presentarsi come consorzi costituiti da diversi soggetti, senza obbligo di creare una “legal entity” dedicata e per le quali sono sufficienti accordi) tra le quali lo stato italiano dovrà decidere di accreditare un numero di EDIH tra i 14 e i 28 entro fine ottobre. Gli hub possono decidere liberamente la loro struttura, l’organizzazione e i metodi di lavoro, hanno forte presenza e identità locale e collegamenti a livello europeo, e rappresentano il punto di riferimento per l’impresa sul territorio offrendo servizi complementari e non sostitutivi di servizi già esistenti, agendo da matchmaker tra domanda e offerta di innovazione.
Successivamente, tutti gli Hub identificati saranno invitati a rispondere ad un invito ristretto della Commissione Europea, che dovrebbe essere lanciato nell’autunno 2020.
In base al budget attualmente previsto, si prevede che la Commissione Europea possa co-finanziare tra 130 e 260 Hub in tutta Europa.
Ovviamente bisognerà attendere la decisione finale relativamente al budget in accordo con Consiglio Europeo e Parlamento. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, gli stati membri avranno ampia libertà di scelta e designeranno un certo numero di Hub geograficamente distribuiti su tutto il territorio nazionale. I finanziamenti europei saranno resi disponibili per gli hub che sono già (o saranno) sostenuti dai loro Stati membri (o regioni), in modo da aumentare l’impatto dei finanziamenti pubblici.
Gli EDIH avranno un ruolo sia a livello locale che europeo. L’obiettivo della Commissione Europea è quello di avere almeno un EDIH in ogni regione per assicurare a tutte le imprese la presenza di un DIH “at working distance”. Gli Hub, pur essendo prioritariamente dedicati a servire il territorio in cui operano, dovranno essere complementari tra loro in tutta Europa. Gli stati membri devono perciò lavorare insieme tra loro, con gli Hub e con le regioni per assicurare una copertura efficiente di tecnologie e settori.
Gli EDIH già candidati al MiSE verranno selezionati in base alla capacità di essere configurati per accrescere la competitività
delle imprese (Grandi, Medie, Piccole e Micro, comprese le start-up), e in vari settori economici e delle organizzazioni pubbliche migliorando i loro processi di business/produzione, fornendo servizi di informazione e supporto per la ricerca dei finanziamenti e agevolando l’accesso alle competenze tecniche digitali avanzate.
I campi di attività di ciascun polo di innovazione digitale saranno strutturati su 4 pilastri: il “test before invest” anche utilizzando infrastrutture di agevole accesso per servizi come valutazione della maturità digitale, attività di dimostrazione, test e sperimentazione con le tecnologie digitali, trasferimento di conoscenze e di tecnologie; “Skills and training”, cioè servizi di formazione per assicurare un adeguato livello di capacità digitali all’interno delle organizzazioni supportate; “Support to find investments”, cioè servizi per accedere ad istituti finanziari e investitori (anche incentivando strumenti e misure contenute nel programma InvestEU); e “Innovation ecosystem and networking”, cioè servizi di collegamento tra tutti gli attori del sistema.
(Agi)