La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna: “Manca un pezzo fondamentale che è la riforma della cittadinanza, ferma al 1992, ed è uno scandalo”.
“È indubbio che nelle modifiche ai decreti Salvini ci sia un miglioramento sostanziale delle condizioni materiali dei richiedenti asilo che facendo politica non mi può non interessare”. Cos’ dice Elly Schlein, vice presidente della regione Emilia-Romagna, che pure specifica che però “le politiche migratorie vanno riviste nel loro complesso”.
Per Schlein, intervenuta al dibattito sul tema in occasione dell’inaugurazione di Terra di tutti festival a Bologna, vi è ancora però “un problema di linguaggio che non ha cancellato completamente quell’ottica securitaria e criminalizzatoria soprattutto per il soccorso in mare. Questo è un peccato e spero che possa essere sistemato in Parlamento”.
Ancora, “manca un pezzo fondamentale che è la riforma della cittadinanza, ferma al 1992, ed è uno scandalo”.
Dello stesso avviso il dem Stefano Caliandro, presidente del Consiglio metropolitano di Bologna che in un post dettagliato su Facebook cerca di tenere i piedi per terra e spiega che ora “bisogna governare, non fare proclami di giorno davanti alle telecamere e sbarchi di notte senza riflettori. Bisogna guardare con attenzione norma per norma il nuovo decreto con l’ausilio di esperti. La materia non è banale. Lo farò senz’altro”.
“Ci auguriamo che da oggi si apra una nuova stagione politica dove la parola d’ordine sia umanità”, dicono i Giovani democratici di Bologna. Ma sotto le Due torri è decisamente più critico invece il fronte più a sinistra. “Abbiamo detto e manifestato molte volte che i decreti Sicurezza, quelli Salvini e quelli Minniti, per noi vanno abrogati. L’allentamento di alcuni dei peggiori provvedimenti di Salvini non esaurisce la lotta”, scrive Potere al popolo Bologna, in una nota in cui elenca “cosa cambia, cosa non cambia e cosa cambia in peggio”.
Nel mirino ci sono soprattutto le restrizioni alle attività in mare delle Ong che sì, diminuiscono, ma “rimangono le multe (diminuite rispetto a Salvini) e due anni di carcere per chi violasse il divieto di ingresso”. Il Pd “che annuncia la cancellazione dei decreti Salvini sembra il Movimento 5 Stelle quando ha annunciato la ‘cancellazione della povertà’ avvenuta con il Reddito di cittadinanza. Tanta simbologia, poca sostanza”, commenta Detjon Begaj, attivista del centro sociale bolognese Labas e consigliere del quartiere Santo Stefano per Coalizione Civica. Per Begaj “il decreto non abroga ma modifica timidamente i decreti Salvini e continua con la pretesa di connettere il tema dell’immigrazione a quello della sicurezza. Non è un passo avanti ma il ritorno all’era Minniti”
(Globalist)