Il ministro: “Il mio obiettivo è evitare l’adozione di misure di contenimento dell’epidemia più drastiche che ovviamente hanno un costo sociale ed economico, che vanno ad impattare sulla vita delle persone”
I nuovi dati sull’epidemia da coronavirus preoccupano non poco. Domani ci sarà una riunione urgente del Comitato tecnico scientifico chiamato ad esprimersi sulle nuove misure di contenimento dopo l’impennata dei contagi degli ultimi giorni. Al vertice parteciperà il ministro della Salute Roberto Speranza che questa mattina, in piazza del Popolo, alla manifestazione della Cgil ‘Sanità: pubblica e per tutti!’, ha comunque cercato di rassicurare tutti. “Il mio obiettivo – ha spiegato – è evitare l’adozione di misure di contenimento dell’epidemia più drastiche che ovviamente hanno un costo sociale ed economico, che vanno ad impattare sulla vita delle persone”.
La realtà è che ci saranno in ogni caso nuove restrizioni: “Alcune le abbiamo già fatte – ha ammesso Speranza -, altre le valuteremo in queste ore. Abbiamo riunioni permanenti con il nostro mondo scientifico e abbiamo riunioni politiche nelle prossime ore. È chiaro che per me bisogna avere la forza di prendere in carico questa fase nuova, immediatamente. Abbiamo bisogno di un coordinamento ancora più forte con le regioni e di valutare ora dopo ora l’evoluzione epidemiologica”.
Ci attende, dunque, un futuro complicato. “I prossimi mesi saranno difficili – ha ammesso Speranza – anche se non siamo messi come gli altri paesi europei, come la Francia, la Gran Bretagna e la Spagna, che hanno molti più casi giornalieri. Ma la circolazione del virus è comunque significativa, quindi dobbiamo alzare il livello di guardia. Quella delle mascherine obbligatorie anche all’aperto è una prima scelta che va in questa direzione”.
E anche se presto (“penso dall’inizio del 2021”) ci saranno notizie incoraggianti su cure e vaccino, Speranza ha invitato tutti a “resistere”. “Serve un contributo di tutti. È un costo necessario, indispensabile, perché non possiamo vanificare i sacrifici fatti fin qui”, ha aggiunto il ministro, che poi ha spiegato: “Dobbiamo trarre lezione da questi mesi così difficili. Il Servizio sanitario nazionale ha retto e oggi è chiamato ad una nuova prova che richiederà l’impegno di tutti noi”. La sanità “deve essere la prima mattonella della ricostruzione del Paese”. “Serve un grande ‘Patto Paese’ e la Cgil – ha concluso Speranza – deve starci dentro. Oggi possiamo immaginare una riforma della sanità con più risorse. In passato non è stato così. È una straordinaria occasione che non dobbiamo sprecare”.
Governo al lavoro sul nuovo Dpcm
Il governo sta intanto lavorando a un nuovo Dpcm per le misure di contrasto alla pandemia, dopo che tre giorni fa il Consiglio dei ministri ha reso subito effettivo l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto, se si è vicini a persone non conviventi. Il provvedimento andrà adottato entro il 15 ottobre, per confermare, e aggiornare, le regole in vigore.
E’ stata riconvocato nel pomeriggio un vertice tra Conte e i capi delegazione di maggioranza, con il ministro Boccia. L’obiettivo dell’esecutivo è scongiurare il ritorno alla fase acuta della pandemia e un nuovo lockdown, ma se sarà necessario potrebbero essere adottare misure più restrittive delle attuali.
Gli scenari, secondo quanto emerge dalla varie ipotesi, sono tre, a seconda della gestibilità del virus. Si potrebbe passare, dunque – questo il primo scenario – dal rafforzamento del distanziamento con ‘zone rosse’ locali, smart working e chiusure di istituti scolastici a seconda del numero di contagi registrati. Una ‘stretta’ accompagnata alla contrazione degli orari di apertura dei locali e di bar e ristoranti, e delle modalità di frequentarli. Per esempio per quanto attiene allo stazionamento al di fuori, che potrebbe essere vietato.
Ma c’è anche l’ipotesi del divieto di spostamenti tra regioni e di riduzione del numero di ore di lezione scolastiche in presenza.
Una serie di cautele che, sempre secondo i rumors, potrebbero tornare a coinvolgere il numero massimo di invitati a cerimonie come i matrimoni, ma anche a semplici cene in case private.
(Agi)