Stavolta Virginia Raggi gioca d’anticipo. Tenta il contropiede per rispondere ai ribelli e sedare i mal di pancia della base.
Dopo le uscite dei consiglieri pentastellati contrari alla ricandidatura della sindaca e il flop del ritiro riparatore di Ostia Antica, disertato da metà della maggioranza 5S, la prima cittadina cala la carta dell’assemblea in videoconferenza su Zoom. E fiutando una certa impazienza nel Movimento (che governa il Paese con il Pd e a Roma vorrebbe, ma non può, replicare l’intesa per il veto dem sull’inquilina del Campidoglio) mette a riparo l’operazione bis con due ospiti di peso.
Lunedì, al meeting online convocato per le 21 per fare il punto sul vecchio programma e iniziare a buttare giù il nuovo, parteciperanno anche Alessandro Di Battista e la vicepresidente del Senato, Paola Taverna. L’annuncio porta la firma di Raggi ed è piombato dal nulla nelle chat degli eletti e degli attivisti grillini venerdì sera, poco prima della mezzanotte. L’invito si chiude così: “Vi racconteremo il grande lavoro fatto e metteremo le basi per continuare a migliorare la nostra città. Insieme”.
Con Dibba e Taverna, appunto. Lui è contro ogni possibile accordo con il Pd, lei è tra le sostenitrici più convinte del governo giallorosso.
Così, mettendo assieme due anime del M5S, la sindaca prova a blindare la ricandidatura e coinvolgere di nuovo la base. In Comune già si fantastica sull’adunata 2.0. ” Saremo 5 mila ” , dicono i raggiani. ” Speriamo non sia un buco nell’acqua ” , mettono le mani avanti gli oppositori interni. Gli stessi che ancora sperano in un accordo con il Pd .
E che guardano alle mosse degli altri fronti, a sinistra e a destra. In casa dem la suggestione Fabrizio Barca è naufragata nel momento stesso del varo. L’ex ministro che fece a pezzi il sistema dei circoli piddini con la sua mappatura post Mafia Capitale, venerdì sera era al Festival antimafia di DaSud. Lì ha spiegato di non voler correre per Roma e di trovare poco convincenti le autocandidature piddine emerse fin qui.
L’attenzione, allora, torna sul tavolo della coalizione di centrosinistra di mercoledì. Martedì verrà anticipata da una riunione della direzione romana del Pd. Un vertice per preparare la proposta da presentare agli alleati, Italia Viva e Azione inclusi: avanti con primarie allargate. Sempre che non si trovi il famoso big. Il nome numero uno è sempre quello di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo al terzo mandato a Strasburgo.
” Se accetterà – spiega un deputato – gli altri si faranno da parte ” . Anche Carlo Calenda? Su Twitter l’ex titolare del Mise (che da ieri ha ufficialmente contro Sinistra Italiana) scrive così: ” Le decisioni sono mie e le prenderò indipendentemente dal Pd”. Ma poi aggiunge: ” Quando c’è stato da sostenere un buon candidato come Bonaccini lo abbiamo fatto. Azione ragiona così”. Insomma, palla ai dem.
Intanto a destra si aspetta la prossima uscita di Massimo Giletti, conduttore tv intrigato dall’idea di fare il politico. Un’attesa che Giorgia Meloni, leader di FdI, passerà saltando da un quartiere all’altro: via al tour nei municipi “per sentire i romani”.
(La Repubblica)