La Banca Centrale vuole associare una valuta comune virtuale a quella cartacea anche per scoraggiare l’uso del contante. Parte la consultazione. Tra i rischi dell’operazione, le possibili violazioni della privacy e i cyber attacchi
BERLINO – La Bce lancia la consultazione tra i cittadini sull’euro digitale. Difficile immaginare un momento migliore per lanciarlo. La pandemia globale sta imprimendo una forte accelerazione anche nei Paesi della moneta unica al processo di disaffezione al contante che tra il 2016 al 2019 aveva già registrato un calo nell’uso delle banconote dal 79% al 73%. E la Bce si sta quindi preparando a una piccola rivoluzione. Punta ad aggiungere un euro digitale ai pagamenti che avvengono oggi in contanti o con le carte di credito o attraverso i conti correnti online.
La Bce, come sottolinea il membro del board Fabio Panetta, si sta mettendo dunque “in ascolto” per offrire “una forma di moneta della banca centrale che si aggiungerebbe al contante, senza sostituirlo”. Sarebbe “accessibile a tutti” e garantirebbe “una scelta più ampia e un accesso più semplice ai pagamenti”, ha sottolineato l’ex direttore generale della Banca d’Italia in audizione dinanzi al Parlamento europeo.
In questa fase di raccolta di idee, la Bce vuole invitare i cittadini a dare il loro contributo alla definizione della moneta digitale attraverso un questionario che si può scaricare sul sito: https://epsilon.escb.eu/limesurvey3/434111?lang=en. “Per avere successo”, puntualizza Panetta, “un euro digitale deve avere un forte sostegno dai cittadini”.
Citando lo storico israeliano Harari, il banchiere centrale italiano ricorda che la moneta è “il più universale e più efficiente sistema di fiducia reciproca” mai creata dall’uomo. Ma è uno straordinario contratto tra cittadini che ovviamente deve restare solido. Perciò la Bce ha lanciato una consultazione pubblica e si propone di affrontare alcuni nodi che il lancio di un euro digitale, ovviamente, pone. Panetta ne ricorda due.
Il primo è il problema della privacy, che specialmente in Paesi affezionati al contante come la Germania saranno sicuramente molto discussi, nei prossimi mesi. E qui la Bce, secondo Panetta, ha un argomento chiave a suo favore: “grazie al coinvolgimento della banca centrale, che non ha interessi commerciali legati ai consumi – contrariamente ai fornitori privati di servizi di pagamenti”, Francoforte sarà in grado di garantire “un aumento della tutela della privacy”.
Allo stesso tempo, ed è punto altrettanto cruciale, “l’euro digitale – come ogni forma di pagamento – dovrà rispettare le regole sul contrasto al riciclaggio, al finanziamento del terrorismo e all’evasione fiscale”. Anche qui il consigliere Bce vede un’opportunità “per le autorità pubbliche di combattere in modo più efficace qualsiasi forma di attività illegale”.
Per la Bce si porranno anche problemi legali e tecnici, ad esempio legati ai rischi di cyber attacchi, “che andranno gestiti in modo efficace”. Così come l’euro digitale dovrà essere in linea “con gli obiettivi di policy più rilevanti”, scongiurando la possibilità che “gli investitori trasferiscano significative somme di depositi bancari in euro digitali, con effetti potenzialmente negativi sul settore bancario e sulla stabilità finanziaria”. L’euro digitale dovrà essere “un metodo attraente per i pagamenti, non una forma di investimento”.
Una volta conclusa la consultazione pubblica, che si aggiungerà agli studi preparatori della Bce, “verso la metà del 2021” i guardiani dell’euro contano di avviare un piano che potrebbe poi traghettare l’area della moneta unica verso il varo della sua versione digitale. Un percorso, sostiene Panetta, che richiederà “prudenza e perseveranza”.
(La Repubblica )