La chiave per uscire dall’emergenza sarebbe il comportamento dei cittadini piuttosto che i tamponi singoli o gli isolamenti forzati, dice Claudio Santini, primario dell’ospedale Vannini
“La sensibilizzazione e la responsabilizzazione dei singoli devono guidarci nel discernere le attività necessarie da quelle superflue. Andare a scuola o al lavoro è un’attività necessaria, mentre frequentare il bar o partecipare a una partita di calcetto rientrano tra quelle che possono essere evitate. In questo modo possiamo contrastare l’epidemia”. Lo dice all’AGI Claudio Santini, primario della UOC di medicina interna dell’ospedale Vannini. “Un secondo lockdown sarebbe insostenibile dal punto di vista economico e sociale” continua l’esperto “ma credo che sia fondamentale evitare le attività superflue per convinzione e convenienza personale, piuttosto che per imposizione governativa”.
Secondo Santini, la chiave per uscire dall’emergenza sarebbe il comportamento dei cittadini piuttosto che “i tamponi singoli o gli isolamenti forzati. Dobbiamo sensibilizzare sull’importanza dell’uso delle mascherine e sulla sicurezza dei rapporti sociali” conclude “In ogni caso sarà opportuno esortare al buon senso di tutti. Indossare mascherine ed evitare assembramenti rappresentano atteggiamenti positivi e convenienti per tutti, per cui dovrebbero nascere dall’esigenza di salvaguardare la nostra salute piuttosto che da un’imposizione governativa. Le nostre armi migliori per contrastare la pandemia, in attesa di un vaccino, sono le attenzioni quotidiane dei singoli individui”.
(Agi)