Esplodono i contagi da coronavirus in Lombardia, dove a preoccupare, con oltre mille casi in un giorno è ora soprattutto Milano.
Sono 1844 i nuovi positivi al coronavirus registrati in regione (1032 nella città metropolitana, 504 nella sola città), con un aumento di quasi il 70% rispetto a ieri, mentre sono 17 i decessi ( che porta il numero totale sopra la soglia dei 17 mila, ovvero 17.011).
«La situazione a Milano è critica. Abbiamo pochissimo tempo per intervenire e invertire la tendenza» ha ammesso il professor Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco. «Valuto che ci rimangano quindici giorni per mettere in campo misure utili per invertire la tendenza di forte aumento dei contagi. Non mi chieda come e cosa, ma va fatto subito» ha aggiunto. Proprio per essere tempestivi questo pomeriggio il presidente della Regione Attilio Fontana ha avuto un vertice con il prefetto di Milano Renato Saccone sulle nuove possibili misure.
Anche perché l’ordinanza regionale scade domani 14 ottobre e potrà essere rinnovata, alla luce delle osservazioni del comitato tecnico scientifico nazionale e regionale. Fontana ha ripetuto una delle proposte che fa da mesi: «differenziare l’orario di inizio delle attività scolastiche». Si tratta però di una misura con cui bisogna coordinarsi con il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, un mezzo per evitare il riempimento dei mezzi pubblici. In media bus e metro viaggiano al 50% di capienza, ma c’è un picco fra le 7.30 e le 9.30, momento in cui per le aziende di trasporto, che hanno già i mezzi alla massima frequenza, è praticamente impossibile aumentare le corse.
Alla riunione “informale” di oggi – ha spiegato Fontana -, ne farà seguito una ufficiale venerdì con anche il sindaco Giuseppe Sala per fare in modo che «le soluzioni siano condivise da tutti»: soluzioni «che dobbiamo trovare – ha aggiunto il prefetto – di fronte a dati preoccupanti ma che verificheremo anche domani e dopodomani». Le decisioni infatti dipenderanno dall’andamento dei prossimi giorni. I contagi è vero che sono aumentati ma a fronte di quasi 30 mila tamponi con una percentuale del 6,3%, di poco superiore al 6,2 di ieri Nel frattempo gli ospedali si attrezzano, visto che sono aumentati i ricoveri: 62 in terapia intensiva, due più di ieri, e 645 negli altri reparti con un aumento di 99. E quindi «anche se Il 92% dei positivi manifesta pochi sintomi o addirittura nessuno» ha spiegato il dg dell’assessorato al Welfare «insieme ai direttori generali delle Ats, Asst e Irccs delle Lombardia, e con i rappresentanti delle associazioni di categoria degli ospedali privati accreditati, stiamo lavorando per disporre un rapido incremento della disponibilità di posti letto dedicati ai pazienti Covid, in linea con quanto prevede il Piano regionale». Piano in base al quale se si dovessero riempire i 150 letti Covid disponibili nelle terapie intensive riaprirà l’ospedale in Fiera, come ha confermato Antonio Pesenti, coordinatore dell’Unità di crisi della Regione per le terapie intensive.
(La Stampa)