Bar chiusi alle 21, stop agli sport dilettantistici
Si fermano i campionati di calcio e basket (non a livello professionistico) ma restano gli allenamenti. Sul tavolo didattica a distanza e smart working
In Lombardia da domani i bar potranno rimanere aperti fino alle 18 con il servizio al tavolo, mentre per la chiusura l’orario per tutti è alle 21. Fino alle 22 invece potranno rimanere aperti i ristoranti. Sono queste alcune delle proposte che sono finite sul tavolo del Cts lombardo dopo la riunione che si è tenuta oggi a Palazzo Lombardia tra il presidente Attilio Fontana, i sindaci – collegati in videoconferenza –, il prefetto di Milano Renato Saccone e i capigruppo dei partiti presenti in Consiglio Regionale. Fontana ha già provveduto a una ordinanza valida da domani 17 ottobre per le prossime tre settimane che regola gli sport: in particolare, sono vietate le gare sportive tra squadre dilettantistiche per i giochi di contatto come il calcio e il rugby, ma saranno consentiti gli allenamenti. Rimangono aperte le palestre invece. Il provvedimento della Regione prevede anche la chiusura delle sale gioco, sale scommesse e sale bingo.
Tra le proposte presentate al team di esperti c’è anche quella di regolare la presenza di pubblico durante le competizioni sportive, consentendo un massimo del 15 per cento della capienza e comunque non oltre il numero massimo di mille spettatori se si tratta di manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori in caso di manifestazioni sportive in luoghi chiusi.
Sindaci e Governatore si sono concentrati anche sulla didattica a distanza, che sarà integrata a quella in presenza nelle scuole superiori e per gli studenti universitari ad esclusione di matricole e specializzandi. Inoltre, per ridurre l’affollamento a bordo dei mezzi pubblici è stato pensato un sistema di scaglionamento orario per chi andrà a scuola e per chi dovrà raggiungere l’ufficio. Una misura che evita in questo modo un contingentamento della capienza sul trasporto pubblico locale che, per le associazioni di categoria, è sempre stata considerata un problema.
Per quanto riguarda lo smartworking, Fontana ha spiegato che è intenzione di Regione Lombardia chiedere al Governo la possibilità di aumentare la quota ad oggi attuata »per tutte le attività in cui può essere messo in pratica».
(La Stampa)